Le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni partner hanno lanciato un appello per raccogliere 116 milioni di dollari per fornire assistenza ai rifugiati somali che vivono nella regione somala dell’Etiopia. Dallo scoppio delle ostilità il mese scorso nella città di LasAnod, nella regione di Sool, in Somalia, centinaia di migliaia di persone sono fuggite all’interno della Somalia e si stima che quasi 100.000 abbiano attraversato il confine con l’Etiopia.
La maggior parte dei nuovi arrivati in Etiopia, denunciano le agenzie umanitarie, sono donne, bambini, anziani e persone con bisogni specifici, che arrivano senza niente, spaventati e affamati. Tra loro c’è un numero elevato di minori non accompagnati e separati, il che accresce i problemi di protezione. “La situazione umanitaria sul campo è disastrosa, con malnutrizione acuta e moderata osservata in molti bambini sotto i cinque anni e nelle madri incinte e che allattano – osserva Clementine Nkweta-Salami, direttore regionale dell’Unhcr per l’Est e il Corno d’Africa e la Grande Regione dei Laghi -. C’è un alto rischio di epidemie con segnalazioni preoccupanti di casi di morbillo nella zona. Il governo etiopico e le comunità locali hanno accolto con generosità i rifugiati, offrendo tutto l’aiuto possibile, ma con i continui arrivi, le risorse sono già gravemente esaurite. Abbiamo bisogno di ulteriori finanziamenti per aumentare la fornitura di aiuti e affrontare i bisogni umanitari acuti e crescenti”.
I fondi contribuiranno a fornire rifugi urgenti e articoli di soccorso, come coperte, stuoie e zanzariere. Il cibo sarà inoltre fornito a tutte le famiglie bisognose attraverso distribuzioni alimentari mensili. L’assistenza alimentare d’emergenza è già stata fornita per soddisfare i bisogni alimentari e nutrizionali più immediati dei nuovi arrivati. Con l’elevato numero di donne e bambini tra i rifugiati, il sostegno darà la priorità ai servizi di protezione dell’infanzia, alla prevenzione e alla risposta alla violenza di genere, alla documentazione e all’istruzione. Saranno istituiti spazi a misura di bambino per aiutare con il benessere dei bambini. Saranno intrapresi servizi di ricerca e ricongiungimento familiare e accordi di accoglienza eterofamiliare per i bambini separati.
Gli insediamenti dei rifugiati saranno stabiliti in due siti, Mirkan e Docmo, grazie agli spazi forniti dal governo etiope. Sono previsti investimenti per espandere le cliniche sanitarie governative esistenti, fornire medicinali e cure mediche e stabilire programmi di supporto nutrizionale.
“Questo afflusso di rifugiati sta avvenendo nel momento peggiore possibile, in un’area estremamente remota della regione somala dell’Etiopia, che è anche una delle più colpite dalla peggiore siccità degli ultimi 60 anni – ha dichiarato Michael Dunford, direttore regionale del Pam per l’Africa orientale -. Per salvare vite umane, abbiamo bisogno di finanziamenti ora”.
L’Etiopia ha già ospitato 884.000 rifugiati e richiedenti asilo – prevalentemente dal Sud Sudan, dalla Somalia e dall’Eritrea – prima degli arrivi più recenti. “Man mano che i rifugiati continuano a fuggire, i bisogni supereranno sempre di più le risorse disponibili – sostengono i rappresentanti delle agenzie umanitarie -. Ci appelliamo urgentemente alla comunità internazionale affinché mobiliti rapidamente risorse sufficienti per consentire alle agenzie umanitarie di continuare a sostenere il governo etiope per fornire una risposta coordinata, efficace e salvavita”.