Mali, ancora nessuna data per il referendum costituzionale

di claudia

In Mali, è passato quasi un mese da quando le autorità di transizione hanno annunciato il rinvio del referendum costituzionale, inizialmente previsto per il 19 marzo. Da allora, i preparativi per questa e altre elezioni, che porteranno alla fine del periodo di transizione, sono avanzati ma le autorità di transizione non hanno ancora comunicato una nuova data.

Come ricorda Radio Framce Internationale (Rfi), l’insediamento della nuova Autorità indipendente di gestione elettorale (Aige) nei comuni, nei circoli e nelle regioni del Mali è stato il motivo principale addotto dalle autorità di transizione per rinviare il referendum costituzionale. Da allora, la designazione dei membri di questi coordinamenti dell’Aige è avanzata: su richiesta del ministero dell’Amministrazione territoriale, i partiti politici e le organizzazioni della società civile hanno iniziato a designare i loro rappresentanti, che siederanno accanto a quelli dello Stato.

Interpellata da Rfi sullo stato di avanzamento di questo processo, la leadership nazionale dell’Aige non ha risposto.

Il calendario elettorale dovrebbe essere fissato “dopo aver consultato l’autorità indipendente per la gestione delle elezioni e tutti gli attori del processo elettorale”, secondo il comunicato governativo del 10 marzo sul rinvio del referendum.

La scorsa settimana è stato creato un comitato incaricato della divulgazione del progetto di Costituzione per comunicare sul testo prima dell’organizzazione del referendum, senza specificarne la durata. Secondo il decreto di creazione del 28 marzo, il mandato di questo comitato “termina con la presentazione del rapporto di attività al Primo Ministro”.

Anche le elezioni comunali e territoriali previste per il prossimo giugno non si terranno nella data prevista. Il collegio elettorale non è stato convocato in tempo – la scadenza era il 22 marzo. Non è stato ancora fatto alcun annuncio ufficiale in merito.

Le autorità di transizione hanno assicurato, il 10 marzo, che la scadenza del febbraio 2024 per le future elezioni presidenziali, che dovrebbero segnare il ritorno all’ordine costituzionale, rimane una “priorità assoluta”. Questo però non è bastato a dissipare i timori di molti attori politici e della società civile maliana su un possibile spostamento del calendario e quindi su un prolungamento della transizione.

La prospettiva di un tale spostamento è uno dei motivi per cui molti partiti politici e organizzazioni della società civile chiedono alle autorità di transizione di abbandonare il progetto di modifica della Costituzione e anche di rinunciare ad alcune delle elezioni previste per concentrarsi sulla scadenza più importante ai loro occhi: le elezioni presidenziali.

Nei giorni scorsi i movimenti armati coinvolti nel processo di pace in Mali si sono infatti opposti al progetto della nuova Costituzione nella sua forma attuale, unendosi così ad alcuni partiti di opposizione e ad un’associazione di clericali.

Mohamed Elmaouloud Ramadane, portavoce dei movimenti armati del Nord, firmatario del comunicato, si è espresso così a Radio France Internationale: “Quando è uscita la versione finale di questo progetto di Costituzione, abbiamo visto che non tiene conto delle disposizioni dell’Accordo [di pace firmato nel 2015 con Bamako sotto l’egida di Algeri, ndr]. Ad esempio, l’articolo 6, che stabilisce che il presidente della regione deve essere eletto a suffragio universale diretto ed è il presidente dell’esecutivo. Invece del governatore, ora è il presidente dell’esecutivo, purché ci sia una libera amministrazione, un forte decentramento”. 

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