Gli Usa si riaffacciano nel continente, sfida alla Cina?

di claudia

di Maria Scaffidi

Sono stati 18 i Paesi africani visitati da alti funzionari statunitensi nei primi tre mesi del 2023. Il conteggio lo ha fatto Semafor Africa ed è interessante per diversi motivi. Innanzitutto è un dato che segnala un cambiamento di postura degli Stati Uniti rispetto all’Africa in chiave di maggiore interesse. E poi perché si incastona in quella sfida di riposizionamento globale in corso che vede il continente africano al centro delle attenzioni da est e da ovest.

Al di là di visite di alto bordo come quelle di Janet Yellen o Antony Blinken, l’Africa ha quindi ricevuto visite statunitensi a un ritmo settimanale.

I Paesi più gettonati, quelli che cioè hanno ricevuto più visite in questi primi tre mesi del 2023, sono cinque: Sudafrica, Zambia, Kenya, Ghana, Etiopia e Senegal. In assoluto, a ricevere più attenzioni è stato il Sudafrica, seguito da Zambia e Kenya.

L’approfondimento di Semafor in realtà prende spunto dalla visita della vicepresidente Usa Kamala Harris che ha concluso un tour africano toccando tre nazioni sullo sfondo di una sfida non dichiarata con la Cina. Le visite hanno fatto seguito al vertice Stati Uniti-Africa tenuto lo scorso dicembre, il primo dal 2014, durante il quale ai 49 leader africani presenti è stato detto che la Casa Bianca avrebbe investito 55 miliardi di dollari nei prossimi tre anni.

In Ghana, all’inizio del suo tour, Harris ha subito precisato che il suo viaggio non riguardava la Cina quanto il rapporto tra Stati Uniti e Paesi africani. “Potrebbe esserci un’ossessione in America per le attività cinesi nel continente, ma non c’è tale ossessione qui” ha detto il presidente del Ghana Nana Akufo-Addo in risposta a una domanda in una conferenza stampa con Harris al suo fianco, cercando di sorridere nonostante l’imbarazzo del momento.

E di Cina si è parlato anche senza menzionarla. Come è successo in Zambia, Paese andato in default nel 2020 che sta attualmente negoziando un programma di ristrutturazione del debito con i creditori internazionali e in particolare con Pechino.

Harris non ha menzionato la Cina per nome durante una conferenza stampa con il presidente dello Zambia Hakainde Hichilema, ma il riferimento c’è stato: “Ribadisco un appello che abbiamo fatto molte volte, affinché tutti i creditori bilaterali ufficiali forniscano una significativa riduzione del debito per lo Zambia”, ha detto la vicepresidente. Ma anche Hichilema ha provato a smarcarsi così come aveva fatto il presidente ghanese.

Il punto, secondo diversi osservatori, è che il ritorno degli Stati Uniti giunge dopo che per anni la Cina ha consolidato più o meno discretamente la sua presenza. E l’Africa ha nel frattempo imparato che avere più interlocutori può essere un vantaggio. 

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