L’Ufficio del Procuratore Generale (Oag) della Svizzera ha incriminato ieri Ousman Sonko, ex ministro degli Interni del Gambia, per crimini contro l’umanità presumibilmente commessi durante il governo dell’ex dittatore gambiano Yahya Jammeh.
Come sottolineano alcuni osservatori, l’imminente processo è una tappa fondamentale per il processo di giustizia di transizione in Gambia, che ha iniziato ad affrontare le atrocità commesse in passato durante i due decenni di dittatura di Jammeh. Si tratta inoltre di un caso storico per la Svizzera, poiché è solo il secondo caso di giurisdizione universale a essere giudicato dal Tribunale penale federale (Tpi). Il caso è altrettanto importante perché una persona di così alto rango non è mai stata processata in Europa sulla base della giurisdizione universale.
Ousman Sonko sarà processato davanti alla Fcc di Bellinzona in una data ancora da definire. È accusato dalle autorità giudiziarie svizzere dell’uccisione di un presunto oppositore politico nel 2000, di atti di violenza sessuale commessi tra il 2000 e il 2002 e nel 2005, di aver partecipato ad atti di tortura (comprese aggressioni fisiche e violenze sessuali) e privazione della libertà commessi contro persone sospettate di aver tramato un colpo di Stato nel marzo 2006 e dell’omicidio di un politico nel 2011. L’Oag accusa inoltre Ousman Sonko di aver co-perpetrato privazioni della libertà e atti di tortura – che hanno portato alla morte di Solo Sandeng, una delle figure di spicco del partito di opposizione (United Democratic Party , Udp) – nei confronti di manifestanti pacifici nel 2016, quando era ministro dell’Interno. Questi atti sono stati qualificati dal procuratore svizzero come crimini contro l’umanità.
L’incriminazione arriva a più di sei anni dall’arresto di Sonko, avvenuto il 26 gennaio 2017. Tra il 2017 e l’aprile 2023, le autorità giudiziarie hanno ascoltato numerose volte l’imputato, i 10 querelanti e decine di testimoni. Si sono anche recate in Gambia per indagare sul posto.
Nel gennaio 2017, il presidente del Paese Yahya Jammeh è stato estromesso dal potere, ponendo così fine a un regno segnato da diffuse violazioni dei diritti umani. Durante i 22 anni di governo autoritario, oppositori politici, giornalisti, attivisti per i diritti umani e qualsiasi minaccia reale o percepita per il governo sono stati sistematicamente presi di mira con torture – incluso lo stupro – detenzioni arbitrarie, uccisioni e sparizioni forzate. Ousman Sonko, ex comandante della Guardia di Stato, poi ispettore generale della polizia fino al 2006 e successivamente ministro dell’Interno fino al 2016, è stato una figura essenziale in questo sistema di repressione e uno dei più stretti alleati di Jammeh.
Attualmente sono in corso due procedimenti penali contro presunti scagnozzi di Jammeh in Germania e negli Stati Uniti, ma Ousman Sonko è ad oggi la persona di più alto rango che deve rispondere delle atrocità commesse nel Paese. Sebbene siano stati compiuti notevoli sforzi per affrontare le violazioni del passato, soprattutto attraverso il lavoro della Commissione per la verità, la riconciliazione e le riparazioni (Trrc), finora in Gambia si sono svolti solo due processi penali, rispettivamente nel settembre 2021 e nel luglio 2022. Secondo Musa Saidykhan, una delle vittime degli eventi del marzo 2006: “Dal 2017 in Gambia è stato fatto molto, ma c’è ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda l’attuazione delle raccomandazioni della Trrc. Senza l’applicazione della giustizia nel mio Paese, non ci sarà spazio per il perdono”.
Sarà la seconda volta – dopo la condanna del comandante dei ribelli liberiani Alieu Kosiah nel 2021 – che la Fcc si pronuncerà su un caso basato sulla giurisdizione universale. Ousman Sonko sarà la persona di più alto rango ad essere processata in Europa sulla base di questo principio.
L’imminente processo rappresenta un’opportunità storica per le vittime di ottenere finalmente giustizia contro uno dei membri più importanti del passato regime repressivo del Gambia.