Il capo della diplomazia haitiana, Jean Victor Geneus, sta cercando assistenza militare dall’Africa e dai partner regionali per aiutare a contribuire al dispiegamento di una forza militare multinazionale nel Paese caraibico, dove la violenza dilagante delle bande armate ha causato innumerevoli vittime negli ultimi anni. Lo ha confermato lo stesso ministro all’Haitian-Caribbean News Network.
Il primo ministro Henry ha recentemente parlato con il presidente senegalese Macky Sall, e il governo haitiano sta anche parlando con altri Paesi africani e latino-americani per cercare aiuto, ha detto Geneus.
La decisione di rivolgersi all’Africa e all’America Latina scaturisce dalla mancanza di interesse da parte di capitali occidentali per l’invio di truppe ad Haiti. “Il governo, come ho sempre promesso, sta lavorando con partner locali e internazionali per stabilire la sicurezza nel Paese; e con ogni mezzo, questo sarà fatto”, ha detto il primo ministro Ariel Henry.
La forza di polizia di 12.000 persone, poco addestrata e poco equipaggiata, di cui solo 9.000 veramente pronti per il servizio, è stata sopraffatta dagli eventi, costringendo i gruppi civili a farsi giustizia da soli, attraverso i vigilantes.
Decine di presunti criminali sono stati bruciati vivi nelle ultime settimane nell’area metropolitana di Port-au-Prince. Gli esperti affermano che la situazione generale potrebbe diventare irrecuperabile nell’immediato futuro se non si interviene in termini di sicurezza.
Persino il presidente della repubblica, Joveniel Moise, è stato assassinato nella notte dal 6 al 7 luglio 2021 da uomini armati che hanno assaltato la sua residenza privata a Port-au-Prince.