Gli attacchi armati nel nord est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) hanno causato la morte di più di 500 civili nei territori di Djugu e Mahagi situati nella provincia di Ituri.
Il capo della missione delle Nazioni Unite (Monusco) in Ituri, Marc Soro, ha dichiarato ieri che “530 persone sono state uccise tra dicembre 2022 e febbraio 2023” nei due territori, vittime degli attacchi della Cooperativa per lo Sviluppo del Congo (Codeco) e delle Forze Democratiche Alleate (Adf). I combattimenti e le esazioni di questi gruppi armati hanno causato lo sfollamento di oltre un milione di persone, in fuga soprattutto intorno alle basi dei Caschi Blu.
La violenza è continuata anche dopo febbraio. Quasi altre 170 persone sono state uccise tra il 14 aprile e il 12 maggio, secondo fonti umanitarie e autorità locali, ha precisato l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) in una lettera ai media.
L’Ituri è stato scosso da una spirale di violenza dal 2017, principalmente a causa delle tensioni interetniche tra Hema e Lendu. Le milizie si sono formate attorno a questi gruppi etnici in una provincia ricca di oro e petrolio.
In questo vuoto di sicurezza e nel persistente conflitto, le Forze Democratiche Alleate (Adf), accusate di un’ondata di massacri di civili nel vicino territorio di Beni, hanno esteso il loro raggio d’azione nell’Ituri. Il movimento è affiliato a Daech dal 2019.