di Maria Scaffidi
Piove sul bagnato, si potrebbe dire, ma sarebbe riduttivo. Il rapporto pubblicato nei giorni scorsi dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine fa il punto sulla droga a livello globale, ed entrando nei dettagli mostra fenomeni allarmanti, come quello relativo all’Africa occidentale e al Sahel, aree già attraversate da faglie di insicurezza. In dieci anni, secondo il rapporto, in Africa occidentale si è passati da 13 kg di cocaina sequestrata agli 863 kg sequestrati nel 2023.
Non si tratta semplicemente di sequestri di merci dirette altrove. Entro il 2030, secondo il rapporto, il consumo di droga aumenterà del 45% e aumenteranno i morti. Il tramadolo è la principale causa di morte per overdose tra i giovani. Anche i disturbi legati alla droga sono aumentati del 45%.
In aumento è anche il consumo della cannabis e di oppioidi che in Africa occidentale e centrale è superiore alla media mondiale. Quasi il 10% dei giovani tra i 15 e i 64 anni nel continente ha fatto uso di cannabis nel 2021, rispetto a una media globale di circa il 4,5%. La stragrande maggioranza è costituita da uomini, soprattutto in Africa occidentale e centrale. Il consumo di cocaina, descritto come “abbastanza diffuso” nell’Africa occidentale e meridionale, sembra essere in aumento.
Secondo l’Unodc, gran parte delle persone trattate per disturbi legati alla droga in Africa sono giovani: il 70% ha meno di 35 anni. La maggior parte fa uso di cannabis o oppioidi.
Le Nazioni Unite avvertono che le conseguenze del consumo di droga sono in aumento, in termini psicosociali, economici e sanitari, anche se mancano ancora dati affidabili per valutare le tendenze del consumo.
L’Africa è stata a lungo considerata una semplice area di transito, contribuendo all’invisibilizzazione dei consumatori di droga. Oggi, sottolinea Unodc, il panorama sta purtroppo cambiando.