Marocco, gli abitanti dei villaggi mantengono vivi gli antichi “igudar”

di claudia

I granai fortificati, situati tra le montagne del Marocco e conosciuti in lingua amazigh come “agadir(igudar al plurale), sono dei gioielli secolari ormai in disuso in gran parte del Paese. Gli abitanti dei villaggi Amazigh in Marocco stanno cercando di preservarli.

A sud della capitale Rabat, riporta l’agenzia Afp, è possibile ancora imbattersi in uno dei pochi granai collettivi rimasti nel Paese, chiamati agadir in Amazigh, la lingua berbera del Marocco. Si trovano principalmente nel Marocco centrale e meridionale, nelle grotte o sui fianchi delle scogliere, sulle cime delle colline e nelle valli.

Nel villaggio di Ait Kine “Il granaio era una garanzia di sicurezza, soprattutto in caso di “insiba” (ribellione delle tribù locali contro il governo centrale). Gli abitanti immagazzinavano orzo e altri alimenti. In caso di attacco vi si rifugiavano anche perché qui avevano tutto, acqua, cibo… E soprattutto sicurezza.” spiega all’agenzia un abitante del villaggio di Ait Kine.

L’imponente struttura ancora in funzione risale con molta probabilità al XVIII secolo. Di recente, nel 2012,è stata restaurata e riportata alla sua naturale bellezza. La funzione rimane per i residenti quella antica e tramandata da generazioni: i residenti locali la utilizzano per conservare e proteggere i propri prodotti.

Nell‘agadir sono preservate dalle intemperie scorte di orzo, datteri e mandorle. Ma non ha una funzione solo legata al cibo. Gli abitanti dei villaggi lo utilizzano da sempre per custodire documenti come atti di matrimonio e di nascita, testi e contratti religiosi, ricette di medicina tradizionale incise su steli di palma.

I granai collettivi stanno piano piano scomparendo perché non più in uso e abbandonati alle intemperie del tempo. In Nord Africa – riporta Afp – sono ancora visibili nelle montagne Aures dell’Algeria, nel sud della Tunisia e nelle montagne Nafusa della Libia – ma sono più comuni in Marocco, dove però gli abitanti dei villaggi amazigh sono tra gli ultimi custodi di questa bellezza storico artistica. Se ne contano più di cinquecento e per salvarli, oltre all’attenzione della popolazione locale che non smette di utilizzarli, fondamentale potrebbe essere l’intervento dell’UNESCO. Il ministero della cultura marocchina sta preparando una candidatura per gli antichi igoudar (il plurale di agadir)

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