Almeno cinque persone decedute, tra cui un cittadino britannico colpito alla testa da un proiettile mentre viaggiava come passeggero a bordo di un’auto a noleggio con conducente, autobus in fiamme e decine di migliaia di persone bloccate e costrette ad andare a piedi: è il bilancio di una settimana di sciopero dei tassisti nella provincia sudafricana del Capo occidentale, per protestare contro le modalità in cui le forze dell’ordine locali applicano le misure contro le violazioni del traffico.
Secondo quel che riporta oggi il quotidiano sudafricano Times, i tassisti riuniti nel South African National Taxi Council (Santaco) hanno indetto giovedì della scorsa settimana uno sciopero provinciale per protestare contro l’approccio definito “pesante ed esagerato” da parte della polizia locale in particolare nei confronti dei taxi minibus. In base alle accuse, le forze dell’ordine sequestrano ogni mese nella sola Città del Capo, capoluogo della provincia del Capo occidentale, in media 1.000 tra taxi e veicoli privati per presunte violazioni del traffico. Alla base delle proteste è un regolamento sul traffico cittadino che prevede il sequestro dei veicoli per una serie di violazioni, che però secondo i tassisti viene applicato con eccessivo zelo. L’amministrazione provinciale ha respinto tale interpretazione, affermando che i sequestri sono conformi alla legislazione nazionale esistente che regola il trasporto pubblico.
La protesta sta causando una serie di disagi sempre più importanti: da martedì quasi 100 scuole sono chiuse, mentre gli ospedali sono costretti a rinviare le operazioni chirurgiche non di emergenza per la carenza di personale. Le consegne di medicinali ai pazienti ambulatoriali sono state interrotte, mentre negli uffici l’assenteismo è superiore all’80%. L’industria dei taxi trasporta infatti circa il 70% dei pendolari che lavorano nella provincia, secondo la Camera di Commercio del Capo.
Molte strade della città sono state chiuse e la polizia ha confermato episodi di saccheggio nei centri commerciali di Gugulethu, Nyanga, Khayelitsha, Mfuleni e Kraaifontein. I manifestanti “sono entrati violentemente nei negozi e sono fuggiti con elettrodomestici, vestiti e liquori”, ha detto la polizia.
La vicenda, che ha aperto anche ad accuse reciproche su chi detenga la responsabilità legislativa tra esecutivo nazionale e amministrazioni locali, non sembra essere ancora conclusa. Lo sciopero sarebbe infatti dovuto terminare ieri, ma è stato prolungato di almeno altre 48 ore in attesa che i taxi sequestrati sinora siano riconsegnati ai titolari.