Con i nuovi Brics, il Sud del mondo si fa più forte

di claudia

Con l’invito ufficiale ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Iran, Argentina ed Etiopia a diventare nuovi membri del gruppo Brics l’organismo si espanderà a 11 nazioni e acquisirà sempre più influenza sulle politiche economiche dei Paesi in via di sviluppo.

I Paesi membri originari del Brics, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, rappresentano già circa il 32,1% dell’economia globale e, secondo il Fondo monetario internazionale (Fmi), l’anno prossimo il blocco allargato rappresenterà una quota pari al 37,3% del prodotto interno lordo (Pil) mondiale, del 37,7% nel 2025 e del 38,5% nel 2028.

L’Unione Europea, per avere un ordine di grandezza comprensibile, rappresenta attualmente il 14,5% e i Paesi del G7 uniti insieme, ovvero Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, rappresentano il 29,9% dell’economia mondiale. Nel 2028, le quote di Ue e del G7 dovrebbero scendere rispettivamente al 13,7% e al 27,7%.

Quando Brasile, Russia, India e Cina si unirono per la prima volta nel 2001, rappresentavano appena il 18,75% dell’economia globale, mentre la quota del G7 era del 43% e l’Ue il 20%. Nel 2010, quando il Sudafrica si unì al blocco, la quota salì al 26,55%. Nei 22 anni trascorsi dalla sua fondazione, la fetta del Brics nella torta economica globale è aumentata quindi di oltre il 70%.

Nei Paesi del G7 vivono oltre 800 milioni di persone, una cifra molto al di sotto se confrontata con i circa 3,2 miliardi di abitanti dei cinque Stati che attualmente compongono i Brics. L’allargamento del gruppo aumenterà di almeno 400 milioni di persone la popolazione che vive nei Paesi del gruppo Brics, che rappresenteranno il 44,4% della popolazione mondiale.

Relativamente alle riserve aurifere, i Paesi Brics ne detengono circa 5.493 tonnellate, mentre le riserve del G7 ammontano a 17.527 tonnellate.

Tra i Paesi del G7, la quota di Stati Uniti e Canada nella produzione globale di petrolio è rispettivamente del 20% e del 6%, mentre Russia, Brasile e Cina insieme rappresentano il 21%. Con l’inclusione dei principali produttori petroliferi al mondo, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Iran, i Brics avranno una quota del 41% della produzione globale di petrolio. Nella produzione di gas naturale, gli Stati Uniti sono al primo posto nel mondo, mentre Russia, Iran e Cina sono tra i primi cinque paesi produttori.

Dal punto di vista militare, il G7 conta due delle dieci maggiori potenze mondiali, Stati Uniti e Regno Unito, mentre i Brics ne hanno tre tra le prime cinque, ovvero Cina, Russia e India.

In termini di portata geografica, gli attuali membri Brics coprono un’area di 38,3 milioni di chilometri quadrati su tre continenti, mentre le nazioni del G7 sono “valgono” appena 19,9 milioni di chilometri quadrati. Con i suoi sei nuovi membri, l’area geografica totale dei Paesi Brics aumenterà di altri 8,7 milioni di chilometri quadrati.

Un altro aspetto chiave dell’espansione del blocco è la sua maggiore presenza in Africa, Medio Oriente e America Latina, e il fatto che ora avrà tre Paesi a maggioranza musulmana tra le sue fila.

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