Il governo di transizione del Mali ha deplorato un “piano di destabilizzazione diabolico e disperato” condotto dalla Francia e che mina l’integrità territoriale del Mali, in reazione alle osservazioni contro il Paese fatte l’11 ottobre davanti ai senatori dal ministro francese delle Forze armate, Sebastien Lecornu.
Lecornu ha avvertito i senatori francesi della “massiccia recrudescenza del rischio terroristico nel Sahel”, sottolineando che “potrebbe esserci una spartizione del Mali nelle prossime settimane o mesi”.
“La realtà è che i maliani hanno scelto di preferire Wagner, o piuttosto la giunta maliana, perché i maliani sono le prime vittime, ma la giunta maliana ha scelto di preservare il suo potere e i suoi vantaggi utilizzando Wagner piuttosto che l’esercito francese”, ha proseguito il ministro francese delle Forze armate.
Il governo di transizione del Mali ha definito le affermazioni del ministro francese “diffamatorie e lesive” della sovranità, dell’unità e dell’integrità territoriale del Mali e ha deplorato la mancanza di reazione da parte delle autorità francesi alle dichiarazioni del ministro delle Forze armate.
“Di fronte a questa complicità passiva della giunta francese, il governo di transizione condanna le affermazioni del signor Lecornu e ricorda alle autorità francesi che il Mali non è più una loro colonia dal 22 settembre 1960 e che il destino del Mali non si decide a Parigi, pregando ardentemente che le sue previsioni si ritorcano contro di lui e il suo Paese”, si legge nel comunicato stampa diffuso dal portavoce del governo, il colonnello Abdoulaye Maiga.
La stessa fonte ha aggiunto di aver colto “questa triste occasione per informare l’opinione pubblica che le affermazioni del signor Lecornu sono tanto più gravi in quanto danno conto di un piano diabolico e disperato per destabilizzare il Mali e minare la sua integrità territoriale”.
“In effetti, attualmente, la giunta francese non risparmia sforzi per far fuggire la Minusma (Missione integrata multidimensionale di stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali), al posto di un ritiro ordinato, coordinato e sicuro, in applicazione delle disposizioni pertinenti della risoluzione 2690 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Secondo il portavoce, gli obiettivi di questa fuga orchestrata con pretesti spuri e in violazione del calendario per la consegna dei diritti di passaggio alle autorità maliane, costituiscono un ennesimo tradimento delle Forze armate e di sicurezza maliane e mirano ad equipaggiare i gruppi terroristici, abbandonando deliberatamente grandi quantità di armi e munizioni.
Inoltre, il Governo di transizione “rassicura la popolazione che le nostre valorose Forze armate e di sicurezza continueranno a difendere l’integrità del territorio e la sicurezza delle persone e dei beni con ammirazione, professionalità e determinazione”.
Le tensioni diplomatiche tra Francia e Mali sono nate dalla dichiarazione rilasciata dal capo del governo maliano alla 76esima Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2022 in merito a un possibile contratto tra il gruppo paramilitare privato russo Wagner e il Mali.
Il Mali ha inoltre chiesto e ottenuto il ritiro dell’esercito francese dall’Operazione Barkhane, dall’Operazione Takuba dell’Unione Europea e dalla Missione integrata multidimensionale di stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali.