L’organismo di controllo dei diritti nominato dallo Stato etiope, la Commissione etiope per i diritti umani (Ehrc), ha fatto sapere ieri che la regione nord-occidentale di Amhara, dove le milizie locali continuano a combattere le truppe governative, assiste a diffusi episodi di esecuzioni extragiudiziali e violenza sessuale.
In un rapporto pubblicato ieri, la Commissione etiope per i diritti umani ha specificato che da agosto, da quando cioè è esplosa la violenza nella regione, molti civili sono stati uccisi in attacchi con droni ed anche in esecuzioni sommarie, spesso a seguito di perquisizioni casa per casa condotte dalle forze governative. Alla fine di settembre, afferma l’Ehrc, diversi civili sono stati uccisi durante dei bombardamenti in almeno tre città. Tra le vittime c’era un bambino di circa 18 mesi.
In altre tre aree, inclusa la capitale regionale Bahir Dar, sono state segnalate esecuzioni extragiudiziali da parte delle truppe governative. La Commissione sostiene che lo stupro nel contesto del conflitto è diventato “molto preoccupante”, con almeno 200 tra donne e ragazze che sarebbero state violentate dal mese di agosto. Secondo l’Ehrc, le scuole sono state, e in alcune aree continuano ad essere, utilizzate come campi militari e ben tre ospedali hanno cessato le loro attività dopo vessazioni e arresti del personale e dei pazienti.