di Valentina Giulia Milani
Le Nazioni Unite e l’Unione Africana hanno rafforzato il loro partenariato dopo la conclusione del settimo dialogo ad alto livello tenutosi ieri a New York. Da una nota dell’Onu si apprende che durante l’incontro, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e il presidente della Commissione dell’Ua Moussa Faki Mahamat hanno firmato un accordo quadro sui diritti umani, che segue un precedente accordo sulla pace e la sicurezza, e un altro sullo sviluppo.
Parlando ai giornalisti dopo la firma dell’intesa, le due personalità hanno sottolineato la necessità di riformare l’architettura finanziaria globale per riflettere le realtà attuali. “L’Africa ha bisogno soprattutto di giustizia nelle relazioni internazionali, perché è stata vittima delle ingiustizie strutturali delle nostre relazioni internazionali”, ha dichiarato Guterres.
Per quanto riguarda il loro confronto, Faki ha iniziato concentrandosi sulla pace e sulla sicurezza. Ha affermato che l’Africa sta attraversando un “periodo difficile”, poiché è diventata “un rifugio per il terrorismo e l’estremismo”, che colpisce molte regioni e mentre alcune operazioni di mantenimento della pace dell’Ua si stanno riducendo.
L’Africa sta anche affrontando sfide economiche causate da quella che ha definito la “triplice crisi” della pandemia Covid-19, dei cambiamenti climatici e delle conseguenze della guerra in Ucraina, che ha avuto un impatto sull’approvvigionamento alimentare.
Ha quindi sottolineato che i finanziamenti per lo sviluppo e la pace sono fondamentali, insieme alla riforma delle istituzioni finanziarie globali.
Faki ha inoltre detto che i due leader parteciperanno alla conferenza sul clima COP28 che si aprirà questa settimana a Dubai e che sarà anche l’occasione per sostenere l’Africa “che è gravemente colpita dagli effetti del cambiamento climatico anche se inquina molto poco”. La transizione verso l’energia verde deve essere equa – ha detto – dato che circa 600 milioni di persone in tutto il continente non hanno ancora accesso all’elettricità.
“Dobbiamo anche assicurarci di essere sulla strada giusta per lo sviluppo. E questo forse ci aiuterà a mitigare la questione della migrazione, che è diventata particolarmente delicata per i nostri vicini in Europa”, ha aggiunto.
Guterres ha da parte sia sottolineato che l’Africa rimane una priorità chiave delle Nazioni Unite, evidenziando l’importanza di lavorare con l’Ua “sulla base del principio delle soluzioni guidate dall’Africa per i problemi africani”. Ha affermato che il continente è stato “doppiamente vittima di ingiustizie” legate al colonialismo e alla schiavitù del passato e ai rapporti di forza finanziari ed economici di oggi.
Prima della pandemia, l’Africa aveva tassi di crescita economica tra i più alti al mondo, che hanno messo a nudo le ingiustizie, anche nella distribuzione dei vaccini e nell’aumento del debito che limita lo spazio fiscale. Di conseguenza, i Paesi non riescono a rispondere alle esigenze di base delle loro popolazioni, composte principalmente da giovani, generando un’enorme frustrazione che getta i semi per l’instabilità, i colpi di stato e altri sviluppi che minano la pace e la sicurezza.
“È molto importante dare una doppia risposta a questi problemi di pace e sicurezza. Innanzitutto, riconoscere che le missioni di pace non hanno senso se non c’è una pace da mantenere”, ha sottolineato Guterres il quale ha chiesto che le operazioni di pace e antiterrorismo in Africa siano guidate dall’Unione Africana e incaricate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e che i contributi valutati siano necessari per finanziare tali missioni.
“Sono l’unico modo per combattere efficacemente il tipo di violenza e terrorismo che sta proliferando in molti Paesi africani”, ha dichiarato.
Il capo delle Nazioni Unite ha anche messo in luce la necessità di mobilitare la comunità internazionale per affrontare le cause economiche e sociali alla base dei conflitti. “Ed è per questo che siamo molto attenti alla necessità di riformare le istituzioni finanziarie internazionali per assicurarci che corrispondano all’economia di oggi e non a quella del secondo dopoguerra”, ha detto.
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