di Valentina Giulia Milani
La Tanzania ha firmato un accordo per uno dei più grandi progetti di credito di carbonio su terra dell’Africa orientale. Il progetto riguarda sei parchi nazionali, per una superficie di 1,8 milioni di ettari. Il Paese, che possiede risorse forestali per quasi 48 milioni di ettari, è infatti emerso come uno dei principali attori africani nel commercio globale di crediti di carbonio.
L’annuncio della firma arriva mentre i leader mondiali si riuniscono a Dubai per il vertice COP28, finalizzato a trovare soluzioni per affrontare il cambiamento climatico.
I progetti di credito di carbonio prevedono che le aziende inquinanti promettano di pagare altre organizzazioni per ridurre le loro emissioni di gas serra o per eliminarle dall’atmosfera. In questo modo, la quantità complessiva di anidride carbonica e di altri inquinanti prodotti dovrebbe rimanere invariata o addirittura diminuire.
Il nuovo accordo è un’alleanza tra l’agenzia di gestione dei parchi nazionali della Tanzania, Tanapa, e Carbon Tanzania, una società con sede in loco. Carbon Tanzania ha dichiarato ieri che parte delle entrate derivanti dalla vendita dei crediti di carbonio andranno a Tanapa e alle comunità locali.
Oltre a facilitare il commercio dei crediti di carbonio, il progetto “si concentrerà anche sulla protezione, la conservazione e la gestione migliorata di queste aree di parco nazionale, salvaguardando i loro ecosistemi naturali e le risorse vitali della fauna selvatica”, ha aggiunto la società. Il progetto riceverà ulteriori finanziamenti da Mohammed Enterprises Tanzania Limited, una società agricola e manifatturiera di proprietà dell’importante uomo d’affari tanzaniano Mohammed Dewji.
A febbraio, la Tanzania ha stipulato un accordo preliminare per un accordo di crediti di carbonio ancora più grande, che copre 8,1 milioni di ettari, quasi l’8% della superficie totale della Tanzania. L’accordo di febbraio è stato siglato con Blue Carbon, una società degli Emirati Arabi Uniti che afferma di fornire soluzioni basate sulla natura e progetti di rimozione del carbonio utilizzando approcci moderni.
Negli ultimi anni si è assistito a un aumento delle società di compensazione del carbonio che hanno preso il controllo di terreni nell’Africa sub-sahariana per progetti pluriennali di crediti di carbonio, che secondo alcuni critici rappresentano una forma di neocolonialismo.
Blue Carbon è stata particolarmente criticata dagli ambientalisti. L’azienda afferma che i suoi progetti sono realizzati in base a una regolamentazione rigorosa e vanno a beneficio delle comunità locali. Afferma inoltre che i Paesi collaborano con lei su base volontaria.
La stampa di settore ricorda che l’azienda emiratina ha anche firmato dei memorandum d’intesa (MoU) relativi ai crediti di carbonio con altri Paesi africani, tra cui Liberia, Kenya, Zambia e Angola. Se finalizzate, queste proposte potrebbero produrre accordi che concedono a Blue Carbon il controllo di enormi aree di terreno in questi Paesi da utilizzare per la produzione di crediti di carbonio.