I risultati del censimento della popolazione e delle abitazioni del 2021 hanno indicato che la pratica delle mutilazioni genitali femminili in Ghana (Mgf) tra le donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni era pari al 2,4%, con tassi elevati nelle regioni dell’Upper West e dell’Upper East. Lo ha detto il rappresentante dell’Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) in Ghana, Wilfred Ochan, in occasione della presentazione del rapporto “Lo stato delle mutilazioni/tagli genitali femminili nel nord del Ghana”.
Il rapporto è il risultato di uno studio commissionato dall’Unfpa condotto rispettivamente nelle regioni dell’Alto Oriente, dell’Alto Occidente e della Savana, con i distretti di Kassena Nankana West, Pusiga, Wa East e Sawla-Tuna-Kalba.
Dal documento si apprende che le Mgf continuano a prevalere nel Paese dell’Africa occidentale. “I risultati suggeriscono che ci sono molteplici fattori che influenzano la pratica, tra cui il controllo della sessualità femminile, i matrimoni e la tradizione”, si legge.
“Altre ragioni sono in alcuni casi la (presunta) prevenzione della morte di donne e neonati”, ha dichiarato Ochan.