di Maria Scaffidi
È incerto il numero delle persone sfollate a causa dei combattimenti scoppiati negli ultimi giorni a Wad Madani, nello Stato sudanese di Gezira, a sud-est di Khartoum. Secondo informazioni dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), si tratta comunque di migliaia di persone in fuga dagli scontri che vedono ancora una volta contrapposti l’esercito e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf).
Oltre che da conflitti a fuoco, l’area è stata interessata da raid aerei. Le violenze si sono protratte per tutto il fine settimana. Nella nota di Ocha si legge che “il panico sta crescendo tra i civili nella città e sono state viste persone allontanarsi in auto e a piedi” e che “la situazione rimane tesa e imprevedibile”.
A causa dell’intensificarsi dei combattimenti nell’area di Wad Madani, Emergency è stata costretta a evacuare il personale della sua clinica satellite non residente in città e a sospendere le attività della clinica. Lo staff, composto da dieci persone tra cui chirurghi e farmacisti, tutti sudanesi, si sta dirigendo a Sud, fa sapere una nota dell’organizzazione nata in Italia
La clinica era stata aperta lo scorso agosto per garantire visite pre-operatorie a pazienti cardiaci che necessitano di un intervento e visite di follow up e somministrazione della terapia anticoagulante ai pazienti già operati al Centro Salam di cardiochirurgia così da permettere la continuità delle cure salvavita a chi non poteva spostarsi e raggiungere la capitale a causa delle difficilissime condizioni di sicurezza. A Wad Madani Emergency ha tuttora anche un magazzino dove si trovano i rifornimenti indispensabili alle attività mediche e chirurgiche del Centro Salam, del quale al momento non si hanno notizie.
“Evacuando lo staff abbiamo dovuto lasciare i pazienti a cui avevamo cercato di offrire continuità nelle cure dopo l’operazione al cuore, proprio per la difficoltà che avevano nel raggiungere il Centro Salam a Khartoum. Nel nostro magazzino lasciamo invece i rifornimenti necessari al mantenimento delle attività del Centro Salam, che per ora non potranno arrivare dove servono”, ha commentato Gina Portella, coordinatrice del Programma di Emergency in Sudan, da Khartoum.
A Wad Madani avevano trovato rifugio centinaia di migliaia di profughi in fuga da Khartoum, che ora stanno cercando di lasciare la città con ogni mezzo, dopo che la guerra tra esercito e paramilitari ha interessato per la prima volta la zona. Sono quasi 500mila le persone fuggite verso lo stato di Gezira, 86.400 di queste si trovavano a Wad Madani, principale hub umanitario del Paese.
Al momento non è possibile prevedere come evolverà la situazione a Wad Madani e se si potrà ritornare ad assistere i pazienti, spiega il comunicato di Emergency. Dall’inizio della guerra è sempre più difficile offrire assistenza umanitaria alla popolazione perché non c’è nessuna garanzia per la sicurezza del personale e delle strutture per le cure.
Emergency chiede alle parti in conflitto di rispettare l’incolumità della popolazione e delle strutture sanitarie per dare a chi ne ha bisogno la possibilità di essere curato anche in una situazione di guerra.
Foto di apertura: AFP