Una delegazione del Coordinamento delle Forze civili democratiche (Taqaddam) si è incontrata ieri con Mohamed Hamdan Daglo, detto Hemetti, capo delle Forze di Supporto Rapido (Rsf), ad Addis Abeba, per discutere un potenziale cessate il fuoco.
L’incontro, che proseguirà oggi, ha segnato il primo dialogo diretto tra le forze politiche e civili pro-democrazia e Daglo dallo scoppio del conflitto in Sudan a metà aprile. Gaafar Hassan Osman, portavoce ufficiale della coalizione Forze per la Libertà e il Cambiamento, ha dichiarato, secondo quanto riporta il Sudan Tribune, che le discussioni si sono concentrate su tre aree chiave: in primo luogo, l’immediata cessazione delle ostilità per proteggere i civili e facilitare la distribuzione degli aiuti umanitari; in secondo luogo, la necessità di una visione politica globale concordata per porre fine alla guerra e creare uno stato sudanese stabile, che comprenda la struttura e la formazione delle forze armate sudanesi; e infine, l’istituzione di meccanismi efficaci per garantire l’attuazione di tutti gli accordi raggiunti. Rasha Awad, portavoce del Coordinamento delle forze democratiche civili, ha indicato che i partecipanti all’incontro hanno concordato di formare comitati d’inchiesta per indagare sulle violazioni dei diritti umani e identificare strategie per salvaguardare i civili da ulteriori danni. L’incontro si è concluso con la formazione di un comitato tecnico congiunto per studiare la tabella di marcia e la dichiarazione di principi avanzata dalla coalizione civile. Ulteriori discussioni riprenderanno martedì.
Awad e Osman hanno entrambi sottolineato l’atmosfera positiva che ha caratterizzato l’incontro, sottolineando il riconoscimento condiviso tra i partecipanti che la guerra in corso in Sudan rappresenta una minaccia significativa per la stabilità del Paese e richiede sforzi urgenti per raggiungere la pace.
Prima dell’incontro, Daglo, in un video discorso commemorativo del Giorno dell’Indipendenza del Sudan, ha negato qualsiasi coinvolgimento di Rsf in diffuse violazioni contro i civili nello stato di al-Jazirah, nel Sudan centrale. Ha inoltre esortato l’esercito sudanese ad ammettere la sconfitta nel conflitto e a cessare le ostilità per aprire la strada a una soluzione negoziata.