di Valentina Geraci – Centro studi AMIStaDeS
Reportage dal Gambia, nazione ricca di storia e cultura. Secondo i dati aggiornati al 1 gennaio 2023, circa 22.637 cittadini gambiani risiedono regolarmente sul territorio italiano. Persone che mentre cercano di costruire e realizzare qui il proprio percorso di vita non perdono mai di vista le loro origini. Nel tessuto di questi scambi, l’invio di denaro è un elemento fondamentale nel quotidiano di molte persone.
Percorrendo le larghe strade di terra rossa a Jara Soma, villaggio a sud-ovest della capitale Banjul, dove il sole batte con forza sull’asfalto, l’arrivo delle rimesse inviate dai giovani gambiani in Italia sembra essere un momento atteso con ansia. Quando un membro della famiglia riceve la notizia che i soldi sono arrivati, basta passeggiare per le strade animate del mercato di Soma per assistere agli acquisti di riso, cipolle e arachidi necessari alla preparazione del piatto tipico, il Domodà, o chiacchierare con una famiglia per percepire un certo entusiasmo.
Il Gambia, una striscia di terra lungo la costa occidentale dell’Africa, è una nazione ricca di storia e cultura. Con una popolazione di circa 2,5 milioni di persone, il Paese si è guadagnato il nome di “The Smiling Coast of Africa“, non solo per le sue bellezze naturali e la sua ospitalità, ma anche per la resilienza e la forza del suo popolo. Nonostante il suo potenziale, il Paese deve infatti ancora far fronte a molte sfide come la povertà e la corruzione e così molti giovani gambiani continuano a cercare opportunità all’estero, tra cui in Italia.
Secondo i dati al 1 gennaio 2023, circa 22.637 cittadini gambiani, perlopiù uomini molto giovani, risiedevano regolarmente sul territorio italiano. Persone che mentre cercano di costruire e realizzare qui il proprio percorso di vita non perdono mai di vista le loro origini e i legami con chi hanno lasciato a chilometri di distanza. Anche immersi nella frenesia e nelle sfide di una nuova vita, i giovani migranti mantengono ben salde le relazioni con la famiglia.
Nel tessuto di questi scambi, l’invio di denaro è un elemento fondamentale nel quotidiano di molte persone. Non si tratta semplicemente di un atto finanziario ma del mantenimento di una rete di solidarietà fra sostegno alle famiglie, progetti imprenditoriali e supporto anche in occasione di feste familiari o religiose.
“Per noi, inviare denaro a casa è più di un obbligo finanziario; è un atto d’amore e responsabilità verso la nostra famiglia” spiega Lamine, un giovane gambiano che lavora come aiuto-cuoco a Erice, in Sicilia.
Per approfondire gli scambi tra Gambia e Italia, ho scelto di concentrarmi sull’uso quotidiano di piattaforme come Western Union, MoneyGram, e servizi come Wise e WorldRemit tra le strade di Palermo e di Firenze per poi, con il mio ultimo viaggio in Gambia, misurare l’impatto concreto di questi flussi di denaro. Tutti strumenti online che, oltre a battere di gran lunga gli alti costi delle commissioni bancarie classiche, sono facilmente utilizzabili dal cellulare o da un pc, consentendo ai mittenti di inviare denaro e ritirarlo in contanti presso uno dei tanti punti di ritiro distribuiti in tutto il paese.
In Gambia, una realtà con alti tassi di corruzione, stipendi bassi e con poche opportunità economiche, il sostegno dei suoi figli all’estero diventa ancora più cruciale. Nella città di Serrekunda, come nella capitale Banjul e nei villaggi sparsi lungo la costa, le storie di queste famiglie raccontano il peso delle rimesse e il loro impatto tangibile. Basta un breve tour nelle principali aree dove vivono famiglie con un parente all’estero per osservare un gran numero di case in costruzione, elettrodomestici, televisioni e non solo. “Le rimesse ci permettono di investire anche per il futuro dei nostri bambini,” afferma Aminata, una giovane mamma nel quartiere di Sanchaba. “Grazie al sostegno di nostro cugino in Italia, abbiamo potuto far frequentare la scuola pubblica anche al nostro figlio più piccolo” e ancora “Quando ho ricevuto la chiamata dall’ospedale per il mio secondo intervento alla gamba, il denaro mandato dai miei figli è stata come una carezza dall’altra parte del mondo,” racconta Demba, un padre che vive nelle zone di Brikama e che ha un figlio in Italia, uno in Spagna e un terzo figlio negli Stati Uniti. “Grazie al loro aiuto ho potuto fare il primo intervento, permettermi le cure migliori e adesso proseguire con questo percorso. Sono molto grato.”
E così mentre il sole tramonta sui mercati affollati di Banjul, chiamo un taxi per spostarmi tra le vie principali della città e ritirare i miei soldi inviati dall’Italia nella speranza di conoscere più da vicino l’aria che si respira dentro uno di questi uffici. Del resto, nei vicoli affollati di Banjul, come nelle città più remote del paese, questi spazi diventano punti vitali di incontro per molte famiglie. Sono presenti in ogni angolo, dai quartieri urbani più moderni ai villaggi rurali più remoti. Ho avuto difficoltà a ricevere un conteggio preciso di quanti siano, poiché sembra che ogni giorno ne spuntino di nuovi con cartelli colorati e loghi dei provider a bella vista, stagliati sui muri delle strade per attirare l’attenzione dei passanti.
Negli uffici, le persone si radunano intorno ai banconi, osservando con ansia il monitor del computer mentre l’impiegato inserisce i dettagli del trasferimento. I dati inviati dal mittente (spesso tramite WhatsApp) includono il nome e il cognome di entrambi, mittente e destinatario, l’importo e il numero dell’operazione. Sia il mittente all’estero che il destinatario in Gambia devono presentare i propri documenti: il primo per inviare il denaro e il secondo per ritirarlo. Le piattaforme di trasferimento di denaro stabiliscono limiti massimi per garantire la sicurezza e prevenire frodi o abusi. È importante notare che, sebbene queste siano un modo conveniente di inviare denaro, applicano commissioni e tassi di cambio che riducono comunque l’importo effettivo ricevuto dalla persona.
“Purtroppo mandare i soldi a casa a volte vuol anche dire creare tensioni e scontri tra i familiari, per l’uso che se ne fa, per scegliere in cosa utilizzarli o per decidere quanto mettere di lato. Tante volte vorrei poter sentirmi più tranquillo in questo” mi confida Ibrahima, incontrato in uno di questi sportelli mentre era in vacanza in Gambia.
E in questo, strumenti come Baluwo, stanno cambiando il panorama, consentendo alle persone di pre-ordinare la spesa, materiale di costruzione per la casa o prodotti della farmacia direttamente dall’Italia e pagare in anticipo, permettendo al destinatario di ritirare gli articoli prepagati senza dover prelevare dei soldi.
Perché se è vero da un lato che le rimesse siano oggi necessarie per tante famiglie nel Paese del West Africa, è altrettanto vero che ci sono ancora diversi nodi da sciogliere.
Durante le mie ricerche in Gambia ho incontrato Omar, un ragazzo gambiano che dopo un decennio trascorso in Italia stava finalmente facendo ritorno a casa dalla sua famiglia, diventando a sua insaputa la prova tangibile dell’impatto concreto delle rimesse inviate dall’estero. “Le rimesse sono state fondamentali per la mia famiglia e per tutto il vicinato. Hanno finanziato l’istruzione dei miei due cugini e hanno pagato le cure mediche per i miei genitori.“, confessa con emozione “ma il mio viaggio rivela anche una realtà sorprendentemente amara: il Gambia è diventato un luogo molto più corrotto di quanto ricordassi e di fronte a una mancanza di servizi base, le rimesse diventeranno sempre più una forma di dipendenza, trasformandole in una “prigione economica” per noi”.
Mentre ci soffermiamo sulla sua esperienza personale, le sue parole sollevano una domanda cruciale: come può il Gambia promuovere uno sviluppo più sostenibile? È necessario un impegno concertato da parte del governo, delle istituzioni internazionali e delle organizzazioni della società civile per affrontare le radici profonde di queste sfide e lavorare verso soluzioni concrete che garantiscano un futuro più stabile per le famiglie e per tutti quei giovani che, da lontano, oltre a dedicarsi all’altro, scommettono quotidianamente anche su loro stessi e sui loro progetti di vita.