Senegal, lo Stato acquisisce la biblioteca francese di Senghor

di claudia
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Dopo due settimane di trattative, lo Stato senegalese è riuscito ad acquisire la biblioteca di Leopold Sedar Senghor, contenente diverse centinaia di opere firmate, a Verson, in Normandia, dove l’ex presidente e poeta possedeva una dimora insieme alla consorte. Lo riferiscono i media francesi Rfi e Jeune Afrique.

A metà aprile un’asta era stata sospesa in Normandia, nel nord-ovest della Francia, su richiesta delle autorità senegalesi. L’operazione, il cui importo non è stato comunicato, fa seguito a due settimane di trattative tra l’erede di Leopold Sedar Senghor e lo Stato del Senegal, rappresentato dal suo ambasciatore in Francia, El Hadji Magatte Seye.

Jean-Gerard Bosio, consigliere culturale e diplomatico di Senghor per 35 anni, ai microfoni di Rfi si è congratulato con il governo senegalese e al suo capo di Stato “per aver deciso di fare di tutto per ritrovare, riacquistare e ricostruire quello che chiamiamo patrimonio Senghor”.

Questa acquisizione è un’ottima notizia anche per Céline Labrune-Badiane, storica e membro del gruppo di ricerca su Senghor. Un gruppo composto da ricercatori dell’Università Cheick Anta Diop di Dakar e dell’École Normale Supérieure. “Temevamo la dispersione di questa biblioteca, di cui alcune opere si riferiscono all’emergere del movimento della negritudine”, spiega a Rfi.

Tuttavia, secondo lei, l’imminente ritorno di questo patrimonio in Senegal suscita reazioni contrastanti tra i senegalesi: “Visto dal Senegal, è un po’ difficile capire perché Senghor abbia lasciato tutto il suo patrimonio in Francia. Il fatto che lo Stato senegalese debba riacquistarlo genera un po’ di amarezza. Tanto più che la memoria di Senghor non è del tutto pacificata, soprattutto a causa dei suoi strettissimi legami con la Francia. Ma c’è anche questa idea che sia un patrimonio che appartiene al Senegal”.

Léopold Sédar Senghor è tra i fondatori dell’Africa moderna, uno dei padri della negritudine, nonché figura poliedrica, che ha lasciato un profondo segno nella politica e nella letteratura, africana e non.

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