Il comandante dell’esercito sudanese Abdel Fattah al-Burhan ha escluso ogni possibilità di negoziato, cessate il fuoco o pace prima della completa sconfitta delle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf), guidate al generale Mohammed Hamdan Dagalo “Hemetti”.
“Non ci saranno negoziati, né pace, né cessate il fuoco finché le Rsf non saranno schiacciate e i ribelli criminali non saranno sradicati, in modo che il Paese possa vivere in pace”, ha detto al-Burhan alle truppe dispiegate nello Stato Nilo, nel nord del Sudan. Rivolgendosi quindi ai soldati provenienti dal Darfur, il generale ha promesso che la lotta contro le Rsf continuerà senza sosta: “Non smetteremo di combattere finché non sconfiggeremo i criminali che hanno devastato il Paese, sequestrato le proprietà dei cittadini, commesso violazioni atroci e violentato le donne a Khartoum, El Geneina e Al Jazira”.
Stando a quanto riportato dal Sudan Tribune, Al-Burhan ha quindi promesso che “la battaglia per la dignità contro la milizia terrorista Rsf” proseguirà fino alla vittoria in tutto il Paese, compresa El Geneina nel Darfur occidentale, con lo sradicamento completo della “milizia”.