Mali, “milizie e gruppi armati violano il diritto internazionale”

di claudia
Milizie 2

L’organizzazione non governativa internazionale Human Rights Watch (Hrw) ha rilasciato mercoledì un rapporto che accusa gruppi armati islamisti e milizie etniche in Mali di violare il diritto umanitario internazionale, descrivendo le loro azioni come crimini di guerra evidenti.

Il rapporto cita in particolare uno specifico attacco avvenuto a gennaio 2024 da parte di un gruppo armato islamista collegato ad Al-Qaeda, nel quale sono stati uccisi almeno 32 civili, inclusi tre bambini, e oltre 350 case sono state incendiate nel centro del Mali, costringendo circa 2000 abitanti del villaggio alla fuga. Un altro grave incidente è stato documentato nello stesso mese, quando una milizia etnica ha attaccato un villaggio, rapendo 24 civili e uccidendo 13 persone, tra cui due bambini, oltre a saccheggiare proprietà e bestiame.

Questi attacchi si inseriscono in un contesto di uccisioni di rappresaglia e violenza comunitaria che persiste nel Paese dell’Africa occidentale. Hrw ha esortato le autorità militari transitorie del Mali a indagare prontamente sugli attacchi e a garantire un processo equo per i responsabili, oltre a migliorare le misure di protezione per i civili.

Il conflitto in Mali è considerato un conflitto armato non internazionale, pertanto, i quadri legali rilevanti includono l’Articolo Comune 3 delle Convenzioni di Ginevra del 1949 e le leggi consuetudinarie di guerra, che proibiscono esplicitamente attacchi contro civili e proprietà civili. I crimini di guerra sono definiti come gravi violazioni delle leggi di guerra, commesse con intenzione criminale.

Ilaria Allegrozzi, ricercatrice senior sul Sahel presso Hrw, ha criticato il governo transitorio del Mali per non aver assicurato alla giustizia i gruppi armati islamisti e le milizie etniche, sottolineando che tale mancanza di azione incoraggia le forze abusive a commettere ulteriori atrocità.

Il rapporto di Hrw emerge in un momento di crescente instabilità in Mali, segnato dal ritiro della Missione di Stabilizzazione Integrata Multidimensionale delle Nazioni Unite in Mali (Minusma) e dall’isolamento crescente del paese a seguito del ritiro dal blocco regionale dell’Ecowas, riducendo ulteriormente le opportunità di giustizia per le vittime di abusi.

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