Libia, Jufrah al centro della strategia russa in Africa

di claudia
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di Giulia Filpi

Un’indagine condotta dalla rete investigativa ‘All Eyes on Wagner’ e pubblicata la scorsa settimana rivela che la Russia starebbe trasferendo truppe e combattenti in Libia da tre mesi e che la regione di Jufrah sarebbe al centro della strategia del Cremlino nel nuovo assetto politico.

Mosca, si legge sul sito d’informazione Libya al-Ahrar, con base a Doha,  sta rafforzando la sua strategia in Nord Africa attraverso un crescente coinvolgimento in Libia, evidente dal 2019 sotto forma di unità paramilitari (precedentemente note come Gruppo Wagner), che ha subito un’accelerazione improvvisa dall’inizio dell’anno.

Il resoconto di ‘All Eyes on Wagner’ rivela “la consegna di attrezzature e veicoli militari dalla Siria alla Libia, che costituisce il lato più evidente di questo intervento in aumento”. Secondo l’organizzazione, attualmente ci sono 1.800 russi sparsi in tutto il Paese, con due navi da sbarco della Marina russa che hanno lasciato la base navale siriana di Tartus e sono arrivate al porto di Tobruk il 6 aprile con attrezzature e armi, confermando “la quinta consegna” di questo tipo a Tobruk in 45 giorni.

Fonti diplomatiche occidentali hanno confermato al quotidiano francese Le Monde questo incremento dell’influenza russa in Libia, stato chiave nel Nord Africa e punto di incontro tra il Medio Oriente e il Nord Africa. Il quotidiano cita un diplomatico europeo secondo cui questa mobilitazione “riguarda più le attrezzature che i combattenti”, aggiungendo che questi recenti movimenti in Libia fanno parte di una “penetrazione russa” per “stabilire governi fedeli a Mosca in tutto l’est e l’ovest dell’Africa. Resta solo il Ciad a dividere l’Africa in due parti”, Paese che tuttavia è anch’esso oggetto di forte interesse da parte della Russia. Il rapporto francese ritiene che se la Libia è cruciale in questa strategia russa in Africa, è perché funge da piattaforma per il dispiegamento di attrezzature e combattenti verso i Paesi vicini: il Sudan nella guerra civile, il Niger, il Mali e il sud del Burkina Faso guidati da consigli militari vicini al Cremlino, e forse il Ciad.

Il nodo strategico del nuovo assetto russo nel Continente si trova a Jufrah, a 350 chilometri a sud del Golfo di Sirte, dove le attrezzature e i militanti da Tobruk giungono prima di essere reindirizzati verso i teatri regionali di interesse per Mosca. Il rapporto sottolinea che “la Russia non è più timorosa di mostrare il suo coinvolgimento diretto in Libia”, come afferma l’analista presso il Royal United Services Institute for Defence and Security Studies, Jalil Harshawy: “Quando Wagner è entrata in Libia nel 2019 supportando le forze dell’Esercito nazionale libico nell’attacco a Tripoli, Mosca ha ufficialmente negato”, ma quell’epoca è finita, poiché “il viceministro della Difesa russo Yunus-Bek Evkurov ha compiuto quattro visite a Bengasi, la base politica e militare del generale Haftar, da agosto 2023”.

Haftar stesso si è recato a Mosca alla fine di settembre, incontrando il presidente Vladimir Putin. Da allora, la presenza russa è diventata più evidente, e il ministero della Difesa russo ha assunto il controllo del ramo africano del gruppo di mercenari già noto come Wagner, decapitato dopo l’uccisione del suo capo Evgeny Prigozhin nell’agosto 2023, diventando il “nuovo Corpo d’armata africano”. Gli Stati Uniti e l’Europa devono poi affrontare altre due sfide: da un lato, temono che la presenza militare russa possa consolidarsi sulla costa sotto forma di base navale a Tobruk o Sirte, minacciando direttamente le forze della Nato nel Mediterraneo. Quello di una base russa a Sirte è un progetto vecchio che Mosca non è riuscita ad imporre all’ex leader Muammar Gheddafi. Gli investigatori di ‘All Eyes on Wagner’ indicano che la città è ora sotto il controllo di Khalifa Haftar, all’ombra del quale le forze paramilitari russe locali godono di libertà d’azione.

Durante le esercitazioni militari delle forze dell’Esercito nazionale libico il 16 marzo, sono stati esposti i sistemi missilistici russi Pantsir presso la base aerea di al-Qardabiya, vicino a Sirte. Oltre al suo potere militare nell’est, nel centro e nel sud del Paese, la Russia sta partecipando anche a un’intesa attività diplomatica a Tripoli, dove il suo ambasciatore, Aidar Aghanin, che parla arabo, sta svolgendo molte riunioni con politici libici di tutte le fazioni.

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