Sudan, “la peggiore fame di sempre”

di claudia
fame

Circa 2,5 milioni di persone in Sudan potrebbero morire di fame entro settembre 2024. L’allerta è stata lanciata in un nuovo rapporto del think tank con sede nei Paesi Bassi, Clingendael Institute.

Il rapporto, che si basa sui dati pubblicati su raccolti e scorte, importazioni di grano e aiuti umanitari, prevede che se la situazione attuale continua- con l’esaurimento dei raccolti, il crollo delle importazioni e l’impennata dei prezzi – il 90% dell’eccesso di mortalità sarà concentrato nel 10% della popolazione totale che morirà di fame e malattie entro settembre, con la popolazione del Darfur e del Kordofan probabilmente tra le più colpite.

La previsione dell’eccesso di mortalità – legato non solo alla gravità della fame, ma alla sua durata – contenuta nel rapporto si basa su uno scenario in cui i meccanismi di condivisione del cibo attuati a livello comunitario dopo lo scoppio della guerra in Sudan continueranno senza ulteriore sostegno. Il think tank avverte infatti che questa pratica dovrà essere integrata da un aumento della produzione agricola e da un forte aumento degli aiuti alimentari al Paese. “Non è possibile sopravvivere a lungo a livelli di consumo alimentare di emergenza”, ricorda il Clingendael Institute, affermando che alcune parti del Paese hanno probabilmente già raggiunto il punto critico in cui la fame su larga scala si trasforma in morte su larga scala. Il think tank prevede inoltre uno scenario peggiore con livelli di fame “catastrofici” entro giugno 2024, la cosiddetta “stagione di magra”.

Il rapporto si basa su un documento politico pubblicato a febbraio che ha rivelato l’enorme impatto che il conflitto ha avuto sul sistema alimentare del Paese, inclusa la peggiore carestia mai registrata durante la stagione del raccolto, da ottobre a febbraio. 

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