“Apprezziamo il fatto che i burundesi si stiano abituando a rinnovare le istituzioni per mezzo delle elezioni, ma ci sono segnali che destano inquietudine sullo svolgimento corretto e pacifico delle prossime elezioni”. È questo il senso del Messaggio dei Vescovi del Burundi sulle elezioni generali che si terranno nel 2015.
Nel documento, inviato all’Agenzia Fides, la Conferenza Episcopale del Burundi, citando la Centesimus Annus, ricorda che la Chiesa “apprezza il sistema della democrazia, in quanto assicura la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e garantisce ai governati la possibilità sia di eleggere e controllare i propri governanti, sia di sostituirli in modo pacifico, ove ciò risulti opportuno” e sottolinea che “le elezioni sono un diritto e un dovere di ogni cittadino” oltre che un momento di verifica dell’opera svolta dai governanti uscenti.
“Come si presenta dunque il Burundi alla vigilia delle elezioni ?” si chiedono i Vescovi. La risposta presenta luci e ombre. Da un lato, i Vescovi si rallegrano per il fatto che il sistema democratico sia entrato nella coscienza nazionale (“apprezziamo il fatto che finora nessuno abbia dichiarato di rifiutare la via delle elezioni”) e per la “road map” elettorale sottoscritta da tutte le forze politiche. Dall’altro la Conferenza Episcopale esprime preoccupazione per alcuni segnali inquietanti. In particolare i Vescovi notano che “il dialogo e la concertazione che avevano permesso di elaborare la ‘road map’ non sembrano essere più una realtà, un fatto che porta alcuni a considerare il processo elettorale in corso monopolizzato da una sola tendenza”.
Anche “la convocazione intempestiva di membri dell’opposizione di fronte alla giustizia sembra essere una strategia del potere per escluderli dalla competizione elettorale” e la divisione dei partiti politici sono segnali che, secondo i Vescovi, rischiano di “far perdere alla competizione elettorale il suo carattere democratico”.
A questo si aggiunge il fatto che “stiamo entrando nel periodo elettorale in un clima di sicurezza fragile” afferma il documento, denunciando “gli atti di banditismo e gli assassinii che inquietano la popolazione; il linguaggio che incita alla violenza; i giovani affiliati ad alcuni partiti politici che sembrano determinati a ricorrere alla violenza”.
I Vescovi fanno appello al senso di responsabilità di tutti (giovani, dirigenti, politici, membri della Commissione Elettorale Indipendente) affinché le elezioni non siano un passo indietro, ma un progresso verso il pieno consolidamento della democrazia nel Paese. – Ag. Fides