Urne aperte in Mauritania: sette candidati cercano il voto dei mauritani, convocati oggi ai seggi per il primo turno delle elezioni presidenziali. Mohamed Cheikh Ghazouani (nella foto) è il candidato favorito.
Si vota oggi in Mauritania. Il capo di Stato uscente, Mohamed Cheikh Ghazouani, candidato a un secondo mandato quinquennale, è il più grande favorito, grazie al controllo che ha su tutte le leve del potere: l’apparato di difesa e di sicurezza, l’amministrazione centrale e territoriale, il sostegno di uomini d’affari, tribù e caste che compongono la società mauritana.
Al presidente Ghazouani, attuale presidente di turno dell’Unione africana, si attribuisce un buon risultato nell’aver calmato la scena politica, cercato consensi, con l’effetto parallelo di aver diviso ulteriormente l’opposizione, secondo la lettura del giornale Le Calame, che dedica un ampio articolo alla presentazione dei programmi dei candidati. Alto asso nella manica di Ghazouani, la stabilità e la sicurezza, in un contesto regionale segnato da colpi di Stato e attacchi terroristici. La Mauritania è d’altro canto, a causa dei contesti regionali, diventata anche un Paese di transito di migrazione clandestina e di accoglienza di numerosi profughi.
Ghazouani promette un’economia resiliente impegnata nel percorso di emergenza, produttiva e diversificata, generatrice di posti di lavoro e valore aggiunto. Prevede una riforma agraria “giusta ed equa”, un finanziamento sostanziale del settore agricolo e l’introduzione della concorrenza nel processo di concessione delle licenze di pesca, tutte misure specifiche per rendere il settore privato un motore essenziale di crescita. Promette inoltre di “rafforzare l’unità nazionale e superare comportamenti e mentalità negative nella nostra società”. Le Calame sottolinea che esiste una sorta di malessere nella società mauritana, dove la convivenza è tutt’altro che armoniosa.
Soumaré Outouma si candida per la prima volta alla presidenza. Fa parte della gioventù emergente del Paese. Neurochirurgo e direttore del Centro ospedaliero specializzato, ex “Dia Hospital”, si dice convinto che ogni mauritano abbia diritto a una vita dignitosa. È Attaccato ai valori morali e al valore del lavoro. Promette un patto sociale nazionale basato sull’uguaglianza, l’equità e la giustizia.
Tawassoul, il principale partito d’opposizione, ha scelto il suo presidente, Hamady Sid’El Moctar, per candidarsi al voto mauritano. Conosciuto per essere molto vicino alla gente grazie alle sue opere di beneficenza, questo partito ha una vasta esperienza elettorale. Ha un programma dal forte contenuto sociale. Intende rafforzare l’identità islamica, preservare l’unità nazionale, consolidare lo stato di giustizia e di diritto, riformare l’amministrazione e lottare contro la corruzione.
Già noto sfidante del candidato al governo, Biram Dah Abeid si definisce “il” candidato anti-sistema. Il suo obiettivo è abbattere il regime che governa il Paese da anni e che. Secondo lui, emargina gran parte dei cittadini. Vuole ricostruire la Mauritania sulla base della “giustizia e dell’uguaglianza dei suoi cittadini”. Nel suo programma denuncia la “supremazia etnico-tribale e la disuguaglianza dei diritti che caratterizzano l’attuale governo”.
Bâ Mamadou Bocar è il candidato dell’Alleanza per la giustizia e la democrazia, Movimento per il Rinnovamento. Si candida per la prima volta alla poltrona suprema si definisce un “candidato antisistema” favorevole a una revisione radicale dell’organizzazione politica che ha governato il Paese sin dalla sua indipendenza. Mira a ricostruire la nazione su nuove basi, vale a dire uguaglianza, giustizia, rispetto per la diversità, all’interno di una vera democrazia centrata sull’equa ridistribuzione delle risorse del Paese.
El Id Mohameden M’Bareck è un giovane avvocato ambizioso. Molto conosciuto e apprezzato dai giovani e dai poveri di cui difende la causa davanti ai tribunali, è il candidato del Fronte repubblicano per l’unità e la democrazia (Frud). Si impegna a fare della Mauritania “un Paese in via di sviluppo in tempi record” e a tal fine propone un programma incentrato sui seguenti punti: consolidamento dell’unità nazionale, coesione sociale e cittadinanza ; garantire il benessere delle popolazioni abbassando i prezzi dei beni di prima necessità, rispondere alla sfida dei trasporti (tram a Nouakchott), garantire una buona politica abitativa a favore dei più indigenti; promuovere e garantire una buona istruzione e una buona salute per tutti; mettere i giovani e le donne in prima linea; normalizzare le elezioni e riequilibrare le istituzioni, il che implica il consolidamento dello stato di diritto e la riforma amministrativa; sicurezza e difesa: rafforzare la capacità delle forze di difesa e garantire la sicurezza per tutti; Mohamed Lemine Mourtaji
Mohamed Lemine Mourtaji partecipa per la seconda volta alla corsa presidenziale. Nel 2019 ha ottenuto meno dell’1%. Il suo programma ruota attorno alla riforma del sistema educativo, introducendo l’insegnamento delle lingue locali (arabo, poular, wolof e soninké); la lotta alla corruzione in tutte le sue forme; riforma del sistema sanitario e istituzione di un’assicurazione sanitaria universale; lo sfruttamento di tutte le risorse naturali del Paese garantendo al tempo stesso l’equa ridistribuzione dei suoi dividendi; la partecipazione delle donne allo sviluppo del Paese; lo sviluppo di un esercito repubblicano per rafforzare la sicurezza.