Africa e intelligenza artificiale: c’è ancora strada da fare

di claudia

di Enrico Casale

L’Africa rappresenta solo il 2,5% del mercato globale dell’intelligenza artificiale. Questi dati sono stati pubblicati in un rapporto di Gsma, un organismo globale che rappresenta gli operatori di telefonia mobile, in cui si afferma che l’intelligenza artificiale può migliorare l’efficienza, soprattutto in agricoltura, al punto che il suo utilizzo potrebbe incrementare la crescita economica dell’Africa di 2,9 trilioni di dollari entro il 2030 (ovvero 3 punti percentuali di Pil ogni anno). Ma, per migliorare l’infrastruttura digitale del continente, è necessario superare delle difficoltà.

“L’intelligenza artificiale ha il potenziale per contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile apportando approcci innovativi allo sviluppo inclusivo e sostenibile laddove è più necessario” si legge nel report. Tuttavia, per migliorare l’infrastruttura digitale del continente, è necessario superare diversi ostacoli, come quello di reperire ulteriori investimenti per la costruzione di più data center e per il miglioramento dell’approvvigionamento energetico: “Le applicazioni dell’intelligenza artificiale possono creare un impatto sociale ed economico, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito dove sono maggiormente necessari approcci innovativi allo sviluppo inclusivo e sostenibile”.

Una delle sfide per l’Ai in Africa è l’apprendimento. La disponibilità di dati estesi, diversificati e rappresentativi è un prerequisito per addestrare i modelli di intelligenza artificiale e garantire che possano ricavare informazioni preziose: oltre ai vari tipi di dati necessari per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale, esiste un bisogno fondamentale di dati che rappresentino accuratamente diversi gruppi demografici, in particolare dati disaggregati per genere. I set di dati utilizzati per addestrare gli algoritmi di intelligenza artificiale spesso rispecchiano le disuguaglianze sociali esistenti: le donne in Africa, ad esempio, corrono un rischio maggiore di subire bias legati all’intelligenza artificiale perché storicamente sono sottorappresentate nei set di dati, il che è esacerbato dall’insufficiente raccolta di dati disaggregati per genere nei Paesi africani. Senza dati sufficienti sulle donne africane, è più probabile che gli algoritmi perpetuino o addirittura amplificano i pregiudizi nei loro confronti.

“L’intelligenza artificiale non sostituirà l’intelligenza umana” ha detto a InfoAfrica Tidiane Ouattara, presidente dell’Africa space council dell’Unione africana, a margine della Conferenza Italia-Africa sullo spazio, lunedì scorso alla Farnesina: “Ma è un pericolo se le persone non saranno ben istruite dal punto di vista etico” ha detto, sottolineando l’importanza di un approccio “corretto e sostenibile” in cui “la priorità è l’istruzione”.

Condividi

Altre letture correlate: