Angola, razziatori di pesce

di Marco Trovato

Lo Stato angolano registra ogni anno “immense perdite”, equivalenti a circa 211 milioni di euro a causa della pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata.

Lo ha detto la ministra angolana della Pesca e delle Risorse marine Cármen Neto parlando con la stampa al termine della IV conferenza della rivista Economia & Mercado sulla Blue Economy, dedicata al tema “Valutazione della Strategia Nazionale per il Mare, Due Anni Dopo”.

Nel suo discorso di chiusura della conferenza, Cármen Neto ha ammesso che la produzione ittica per il consumo interno è ancora insufficiente, e ha chiesto la promozione dell’acquacoltura per superare questa sfida. Ha sottolineato che il governo sta intensificando politiche pubbliche forti, per consentire agli acquacoltori di triplicare la loro produzione, cosa che avverrà già nel 2023.

Nell’ultimo trimestre, il contributo del settore della pesca alle entrate del Paese è diminuito rispetto allo stesso periodo del 2023, ma, secondo il ministro, la previsione è che entro la fine dell’anno raggiunga il 4% circa.

Per quanto riguarda i progressi nell’economia blu, il ministro ha affermato che esiste una commissione multisettoriale sugli affari marittimi, coordinata dal ministro aggiunto per il Coordinamento economico, José de Lima Massano, che permetterà di discutere tutte le questioni marittime e di allineare le politiche pubbliche necessarie per l’economia blu.

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