Nigeria: proteste, la polizia teme “l’effetto Kenya”

di Enrico Casale

Il capo della polizia nigeriana, Kayode Egbetokun, ha messo in guardia la politica e il governo contro una possibile scia di proteste “in stile keniota” da parte dei cittadini nigeriani, afflitti dal costo della vita e dall’inflazione che sta erodendo la loro capacità di spesa. E di sopravvivenza. Lo riportano i media nigeriani.

Kayode Egbetokun, ispettore generale della polizia della Nigeria, ha detto che le proteste recenti che si sono viste a macchia di leopardo in Nigeria sono state sconsiderate: “Alcuni gruppi di persone, autoproclamati crociati e influencer, hanno messo a punto strategie e mobilitato manifestanti per scatenare il terrore nel Paese con il pretesto di replicare le recenti proteste in Kenya” ha detto Egbetokun. “Pertanto, non resteremo seduti e non incroceremo le braccia a guardare i violenti scatenare violenza sulle nostre comunità pacifiche o distruggere nuovamente le nostre infrastrutture e risorse nazionali”. Con il tema “Fine alla cattiva governance in Nigeria”, i manifestanti cercano di costringere il governo a invertire l’aumento dei prezzi della benzina e dell’elettricità, offrire istruzione gratuita, dichiarare lo stato di emergenza sull’inflazione e rendere pubblici i salari dei legislatori: Egbetokun ha affermato che le proteste pacifiche sono consentite dalla legge, ma che l’azione pianificata è stata progettata per “creare problemi”.

Nei giorni scorsi migliaia di cittadini frustrati hanno iniziato a riferire sulle piattaforme online la loro rabbia e le loro difficoltà e, sui social (in particolare su X, a differenza del Kenya dove le manifestazioni si organizzano su TikTok), sembra che la società civile si stia organizzando per indire manifestazioni contro il malgoverno e la crisi del costo della vita.

Un’ondata di manifestazioni sarebbe una nuova enorme sfida per il presidente Bola Tinubu: i nigeriani sembrano volersi ispirare dai giovani keniani, le cui proteste hanno costretto il governo a fare un’inversione di marcia sugli aumenti delle tasse e stanno profondamente cambiando il rapporto tra la politica e la società civile. Su X, ma anche su Instagram, diversi utenti nigeriani stanno utilizzando le piattaforme per organizzare proteste, definite sempre “pacifiche”, a partire dal 1 agosto. La nazione più popolosa dell’Africa è alle prese con le peggiori difficoltà economiche dell’ultima generazione, segnate dall’impennata dei prezzi dopo che Tinubu ha rimosso alcuni sussidi per la benzina e l’elettricità e ha svalutato drasticamente la naira. Inoltre, la diffusa insicurezza sta costringendo migliaia di agricoltori a spostarsi, contribuendo all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.

L’ultima grande protesta in Nigeria è stata una manifestazione contro la brutalità politica nell’ottobre 2020 e si concluse con uno spargimento di sangue, di cui i manifestanti hanno attribuito la colpa a soldati e polizia, che hanno negato di aver utilizzato proiettili veri.

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