Guinea, domani l’attesa sentenza del processo per la strage del 28 settembre 2009

di claudia

La sentenza dello storico processo sulla strage del 28 settembre 2009 in Guinea sarà pronunciata domani e l’intero Paese africano sta attendendo con trepidazione di sapere come andrà a finire questa vicenda giudiziaria. Il processo, aperto nella data anniversario del 28 settembre 2022, ha entusiasmato i guineani ed è stato trasmesso quotidianamente dalla televisione nazionale e su YouTube.

Alla sbarra c’erano 11 imputati e sono stati chiamati una dozzina di testimoni, mentre un centinaio di vittime hanno reso le loro drammatiche testimonianze sui fatti di quel giorno, quando almeno 156 persone furono uccise a colpi di arma da fuoco, coltelli, machete o baionette, centinaia di altre sono rimaste ferite e numerose donne sono state violentate (almeno 109 secondo una Commissione d’inchiesta incaricata dalle Nazioni unite) nell’ambito della repressione di una manifestazione dell’opposizione, avvenuta in uno stadio a Conakry e dintorni. Nei giorni seguenti poi gli abusi continuano contro le donne arrestate e decine di detenuti furono torturati in quello che è considerato uno degli episodi più oscuri della storia contemporanea della Guinea. I numeri reali sono probabilmente più alti. Il capitano Moussa Dadis Camara, che all’epoca guidava la giunta militare al potere nel Paese, e i suoi coimputati rispondono di una serie di crimini tra cui omicidi, violenza sessuale, atti di tortura, rapimenti e sequestri: l’accusa ha chiesto contro di lui e di altri sei imputati l’ergastolo, oltre alla riqualificazione dei reati come crimini contro l’umanità.

Le vittime di quelle violenze hanno chiesto un processo per anni, arrivando addirittura a dubitare che si sarebbe mai celebrato: tuttavia le cose hanno subito un’accelerazione nel luglio 2022, quando il colonnello Mamadi Doumbouya, anch’egli salito al potere con un colpo di stato militare nel settembre 2021, ha ordinato che venisse incardinato e avviato il procedimento, che tuttavia si è svolto in un contesto di crescente repressione contro il dissenso, l’opposizione e i media: oggi e domani a Conakry dovrebbero tenersi delle manifestazioni per protestare contro la sparizione forzata e chiedere la liberazione di Oumar Sylla e Mamadou Billo Bah, due leader del Fronte nazionale per la difesa della Costituzione (Fndc), un movimento sociale e politico che chiede il ritorno dei civili al potere in Guinea. Le autorità negano qualsiasi arresto e affermano di non avere notizie dei due uomini. 

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