Centrafrica, l’Onu revoca l’embargo sulle armi

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha revocato, con voto unanime, l’embargo sulle armi per le forze governative della Repubblica centrafricana (Rca), invitando nel contempo tutte le nazioni ad adottare tutte le misure necessarie per impedire la fornitura diretta o indiretta di tutti i tipi di armi e materiale correlato ai gruppi armati che operano nel Paese.

Il Consiglio di sicurezza ha inoltre esteso il mandato, ad agosto 2025, del Panel di esperti che supporta il Comitato sanzioni centrafricano ed ha inoltre “espresso intenzione” di rivedere il mandato del Panel e adottare misure appropriate in merito alla sua ulteriore estensione.

L’embargo era stato istituito nel 2013 nel contesto di un brutale ed ampio conflitto in corso, in parte ancora oggi, tra le milizie musulmane Seleka e quelle cristiane anti-Balaka e, in particolare, quando le Seleka presero il potere spingendo i rivali alla reazione. Il conflitto, come ogni conflitto, è ricaduto perlopiù sui civili, con diverse migliaia di morti e decine di migliaia di sfollati costretti ad abbandonare le proprie case. Adottando all’unanimità la risoluzione 2745 (2024), il Consiglio di ha autorizzato inoltre gli Stati membri a “sequestrare, registrare e smaltire” armi e munizioni, veicoli e equipaggiamenti militari, equipaggiamenti paramilitari e pezzi di ricambio destinati a gruppi armati e individui associati che operano in Rca, cosa che parzialmente viene già fatta dagli ausiliari russi del gruppo Wagner, che collaborano con il governo centrafricano nel progetto di smobilitazione e reinserimento delle milizie. E non solo.

La risoluzione è stata presentata dalla Francia e ha ottenuto il sostegno di Cina e Russia. Quest’ultima, in particolare, è presente nel Paese come principale partner nel settore della sicurezza: russi sono gli advisor della sicurezza del presidente Touadera, russe sono armi, munizioni ed armamenti di cui si sono dotate le Forze armate e la gendarmeria centrafricana, russi sono gli specialisti che cooperano sul campo con le Forze locali e russi sono i consulenti che vengono coinvolti dalla missione Minusca.

“Il problema dei gruppi armati illegali può essere risolto solo nel quadro di sforzi sovrani volti a stabilizzare e garantire la sicurezza all’interno dei confini nazionali in cooperazione con gli Stati confinanti. È di fondamentale importanza aiutare la Repubblica centrafricana e i suoi vicini a stabilire un coordinamento e a colmare le “lacune” nella cooperazione regionale nel campo della sicurezza delle frontiere” ha detto ieri Nebenzi, il rappresentante russo ieri in Consiglio di sicurezza, tirando l’acqua proprio alle attività svolte dai russi nel Paese africano e specificando che “da parte nostra continueremo a fornire sostegno alla Repubblica Centrafricana su base bilaterale nell’interesse di un ritorno definitivo alla pace”.

Nel frattempo, Africa intelligence riferisce che nei giorni scorsi a Roma, presso al Comunità di Sant’Egidio, si è tenuto un incontro tra un esponente del gruppo armato Mpc e uno stretto collaboratore del presidente centrafricano Touadera.

Sin dal 2013, dall’embargo sulle armi, le Forze armate centrafricane ricevono addestramento e equipaggiamento militare dalla Russia “insieme al supporto di altri partner, come la Missione di formazione militare dell’Unione Europea nella Repubblica Centrafricana” ma anche della Missione di stabilizzazione integrata multidimensionale delle Nazioni Unite (Minusca, creata nel 2014) e di aziende private americane. Il 15 dicembre 2017 il Consiglio di sicurezza ha autorizzato la Russia, in deroga all’embargo sulle armi imposto alla Repubblica centrafricana, a fornire al governo di Bangui armi, munizioni, armamenti e istruttori militari, avviando una vera e propria cooperazione militare a tutto tondo russo-centrafricana, perfettamente lecita e inquadrata in una risoluzione delle Nazioni Unite. Il 26 dicembre 2017 la Russia avvisava il Consiglio di sicurezza dell’invio, proprio in Repubblica centrafricana e per un anno, di 5 istruttori militari e 170 civili. Tra gennaio e febbraio 2018 la Federazione Russa ha consegnato all’aeroporto M’Poko di Bangui armi e munizioni, assegnate alle Forze armate, alla Guardia presidenziale, alla polizia, alla gendarmeria e al ministero della Giustizia. In aprile il cittadino russo Valery Zakharov è stato nominato consigliere per la sicurezza nazionale del presidente della Repubblica centrafricana, nomina avvenuta “nell’ambito della cooperazione tra i governi” di Bangui e Mosca. Nel luglio 2018 tre giornalisti russi venivano uccisi in una zona remota del Centrafrica mentre giravano un reportage sulla presenza di mercenari russi nel Paese.

Oggi a Bangui c’è il Monumento della protezione civile, una statua che raffigura due mercenari russi e due soldati centrafricani che proteggono, armi in pugno, una donna che abbraccia i suoi bambini. Il monumento ai Wagner si trova di fronte all’Università di Bangui, lungo il viale dei Martiri, a pochi passi dallo stadio Berthelemy Boganda, dove ogni settimana si proietta gratuitamente Turiste, action movie di propaganda prodotto da Wagner che racconta di come i russi hanno respinto l’assalto a Bangui. La statua è stata inaugurata nel 2021.

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