Kenya, il villaggio costiero di Kipini rischia di scomparire

di claudia

Un villaggio costiero del Kenya, costruito alla foce del corso d’acqua più lungo del Paese, il fiume Tana, rischia di scomparire completamente a causa dell’innalzamento del mare dovuta al cambiamento climatico. Una soluzione potrebbe essere la costruzione di un “muro” che impedisca all’acqua di inghiottire lentamente una preziosa perla di bellezza costiera del Paese, per decenni attrazione turistica internazionale.

“Se non arriverà nessun aiuto entro tre anni, l’intera regione di Kipini sarà inghiottita dall’oceano”: è l’allarme lanciato alla Bbc da Omar Halki, amministratore locale del villaggio costiero di Kipini, in Kenya, da tempo minacciato dal cambiamento climatico. Le onde del mare nell’arco di dieci anni hanno spazzato via completamente una porzione di terra dove un tempo sorgevano dei cottage appartenenti a una fiorente struttura alberghiera gestita da un uomo d’affari italiano, Roberto Macri. Tra le vittime dell’oceano ora ci sono anche gli abitanti del villaggio e le loro abitazioni che si trovano poco più indietro rispetto all’albergo.

Questo piccolo villaggio un tempo attirava migliaia di turisti attratti dalle sue spiagge incontaminate. Costruito alla foce del corso d’acqua più lungo del Kenya, il fiume Tana, è solo uno dei tanti centri a ridosso delle coste che stanno piano piano scomparendo. L’acqua del mare continua a salire, minacciando non solo il turismo, ma la vita dei quattromila abitanti del villaggio a cui l’innalzamento del mare impedisce di costruire nuove case solide. Sono un migliaio le persone costrette a trasferirsi in altri villaggi per questa situazione. Negli ultimi 10 anni quasi 10 km di quella che era terraferma sono stati inghiottiti dal mare, ha ribadito Halki alla Bbc.

Non si parla solo di coste inghiottite ma anche di mancanza d’acqua dolce, i pozzi sono diventati salini, con gravi ripercussioni anche per l’agricoltura. Tutta la zona dove si trova il villaggio, la contea del fiume Tana, si trova nel bel mezzo di problemi climatici opposti, tra inondazioni in alcuni luoghi e siccità in altri.

Una possibile soluzione, riporta la Bbc, potrebbe essere la costruzione di un muro, una sorta di diga marittima di 72 kilometri per limitare i danni dell’innalzamento del mare e salvare il villaggio. Non si tratterebbe del primo caso e l’emittente ricorda quelli storici come Fort Jesus a Mombasa e Vasco Da Gama Pillar a Malindi. Una soluzione che ha però sollevato numerose criticità.

Non solo si tratta di una soluzione costosa, ancora ferma per la mancanza di fondi, ma soprattutto si tratterebbe di un piccolo cerotto su una ferita molto più grande. “L’intrusione di acqua di mare è un problema più grave che colpisce circa altri 15 villaggi e il governo della contea da solo non può impegnarsi a risolverlo”, ha riferito alla Bbc Mwanajuma Hiribae, un alto funzionario della contea. Costruire un muro per salvare Kipini non è sufficiente secondo gli esperti climatici che la considerano una “soluzione meccanicistica” e serve altro, come il ripristino delle foreste di mangrovie.
“Il mare non è qualcosa che il governo si sveglierà e fermerà. Dobbiamo aiutare le nostre comunità ad adattarsi e diventare più resilienti a questi cambiamenti climatici”, ha affermato Odera, esperto che si occupa di studiare la calamità che colpisce Kipini.

Foto simbolica: Jess Loiterton da pexels.com

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