a cura di Stefania Ragusa
Per circa un anno Gabriele Maria Masi (nella foto), antropologo e docente, si è fermato a Velingara, una città interna del Senegal, stretta tra due confini: a nord, a meno di dieci chilometri, c’è il Gambia, a sud la Guinea Bissau. Da qui ha osservato e documentato i ritorni “a mani vuote” dei migranti che non ce l’hanno fatta e in Fallire la migrazione (Edizioni Arcoiris, 2024, pp. 280, €18), etnografia che costituisce la sua tesi di dottorato, ci mette di fronte ai loro percorsi di ricostruzione, che riflettono ovviamente le caratteristiche individuali ma anche la specificità storica e sociale di questo territorio, abitato soprattutto da fulbe (o peuls). Si tratta di una lettura culturale del ritorno che agevola anche l’individuazione dei limiti insiti nei progetti di reinserimento messi a punto dalle agenzie internazionali, troppo spesso costruiti solo a partire da elementi quantitativi.
La via della migrazione, dalle parti di Velingara, passa in genere per la laawol lay, la “strada di sotto”, come viene chiamata localmente la rotta mediterranea centrale, la trafficata e pericolosa via che dovrebbe consentire di raggiungere l’Europa passando dalla Libia. Nel terzo capitolo Masi propone le storie emblematiche di Ousmane, Labi e Amadou che, dopo avere tentato pervicacemente la rotta ed essere passati attraverso esperienze drammatiche, hanno capitolato senza essere mai arrivati a prendere il mare. Colpiscono nei loro racconti la fiducia accordata ai segni che avevano fatto loro presagire il successo del viaggio, a prescindere da qualsiasi valutazione realistica, e la convinzione che a decretare l’insuccesso finale sia stata l’invidia o la gelosia di un vicino o di un parente. La laawol lay rimane per questi giovani un banco di sfida, dagli esiti incerti, e quasi un rito di passaggio. «Chi è tornato da questa roulette, per quanto provato, non si sente meno adulto, anzi», osserva Masi. «Essere tornati dall’inferno libico è la prova che si è in grado di affrontare qualsiasi ostacolo».
Fallire la migrazione (Edizioni Arcoiris, 2024, pp. 280, €18)