La scorsa settimana, la Corte penale speciale (Scc) della Repubblica centrafricana ha arrestato e incriminato per crimini di guerra e contro l’umanità Abakar Zakaria Hamid, noto come Sg, un signore della guerra centrafricano, l’ex-leader delle milizie Seleka che dieci anni fa guidò l’assalto alla Chiesa di Notre-Dame di Bangui, nel quartiere Fatima della capitale centrafricana.
Quell’attacco, avvenuto il 28 maggio 2014, causò decine di morti e rappresenta ancora oggi una ferita aperta nella comunità di Fatima, in particolare per l’impunità sino ad oggi garantita ai responsabili. Nell’attacco a Notre-Dame, per cui sono a processo otto miliziani, che fu perpetrato appunto dalle milizie Seleka di Hamid, milizie quindi musulmane che all’epoca erano in guerra totale con i rivali anti-Balaka, cristiani, è morto anche il parroco della chiesa, Emile Nzale. La chiesa continuò ad essere un punto di riferimento per la comunità anche negli anni a venire, divenendo un centro profughi e venendo attaccata nuovamente nel 2018. In quell’occasione, morirono 16 persone.
“Aprendo questo caso, conducendo un procedimento equo e garantendo alla famiglia delle vittime l’accesso alla giustizia, la Corte può svolgere un ruolo fondamentale nell’affrontare la diffusa impunità che persiste nella Repubblica centrafricana”, ha detto il direttore di Human rights watch in Africa centrale, Lewis Mudge, in un articolo.
