Capo Verde, mille inglesi intossicati in tre anni chiedono risarcimenti

di claudia

Non deve essere per niente una bella esperienza, prenotare un resort all inclusive per due settimane a Capo Verde e passare la metà del tempo in bagno a stare male. È quello che è successo, negli ultimi tre anni, a 926 turisti britannici colpiti durante le loro vacanze capoverdiane da virus gastrointestinali, con infezioni come shigella e salmonella, virus che hanno rovinato quello che doveva essere un soggiorno da sogno. Per questa ragione questi quasi mille turisti britannici stanno intraprendendo una class action congiunta per chiedere di essere risarciti dopo le vacanze rovinate.

Certamente rovinate ma che, forse, erano incubi prevedibili. Secondo la testimonianza resa ai media britannici dalla 56enne di Birmingham Cordelia Plummer, andata a Capo Verde con il compagno Ian Weller, nel luglio scorso erano partiti per una vacanza, prenotata tramite un tour operator, di due settimane da passare in un resort a cinque stelle a Sal, Capo Verde, una vacanza da circa 3.000 sterline (3.600 euro in due, 1.800 euro a testa, un prezzo molto vantaggioso, se non addirittura marcatamente fuori mercato) rovinata dopo appena una settimana da un’intossicazione.

“Il grande volume di clienti che continuiamo a vedere presentarsi dopo essersi ammalati durante i soggiorni a Capo Verde negli ultimi tre anni è incredibilmente preoccupante. I numeri coinvolti dimostrano che non si tratta di incidenti isolati”, ha detto Jatinder Paul, legale che rappresenta i vacanzieri. Secondo i legali, diversi gruppi di turisti britannici si sono ammalati di malattie simili nello stesso momento. Il caso della coppia Plummer-Weller è paradigmatico: la donna, dopo una settimana, si è ammalata manifestando sintomi come vomito e diarrea, durati quattro giorni, e dopo poco anche il compagno ha manifestato gli stessi sintomi. Al loro ritorno a casa, ha detto Plummer a Lbc, hanno detto di essere rimasti scioccati nel leggere online le recensioni negative sul resort che avevano frequentato, recensioni che le hanno fatto venire in mente che il cibo veniva spesso servito scoperto e tiepido.

“Doveva essere un sogno di due settimane e si è trasformato in un incubo” ha detto Plummer, che tuttavia nel suo racconto offre tutte le soluzioni possibili per evitare che ciò che è successo a lei, e a un migliaio di altri compagni di sventura, possa succedere anche a chi legge ora: controllare le recensioni prima di partire, non fidarsi di offerte di prezzo troppo basse perché qualcuno, i costi, li deve pur pagare e mai, ma proprio mai, nemmeno in Europa, mangiare cibo non ben conservato. Questi accorgimenti dovrebbero essere sufficienti a salvare la propria vacanza da sogno capoverdiana. 

Ciò nonostante occorre però dire che l’arcipelago vanta tantissime strutture che garantiscono altresì i massimi standard di sicurezza e, per tanto, non è messo in discussione l’interesse per un viaggio a Capo Verde, da cui tornano a casa migliaia di turisti ogni anno con bellissimi ricordi ed esperienze.

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