Kenya, al via all’impeachment contro il vicepresidente Gachagua

di claudia

I parlamentari del Kenya hanno avviato la procedura per rimuovere il vicepresidente del Paese, Rigathi Gachagua, dall’incarico, sostenendo che abbia avuto un ruolo nelle manifestazioni antigovernative di giugno e di essere coinvolto in episodi di corruzione, indebolimento del governo e promozione di politiche etnicamente divisive.

Siamo dunque al culmine tra la crisi politica tra William Ruto e il suo vice Gachagua, che respinge ogni accusa e si dice pronto alla battaglia.

Ieri, il presidente dell’Assemblea nazionale ha autorizzato l’avvio della procedura di impeachment dopo che una mozione per dare il via alla procedura ha ricevuto il sostegno di 291 deputati, ben oltre la soglia dei 117 deputati richiesti: numeri che fanno pensare che l’impeachment stesso passerà facilmente attraverso entrambe le camere del Parlamento, visto che la principale forza politica di opposizione si è unita alla maggioranza, votando compatte per l’impeachment. Tuttavia, non c’è ancora una data per quando la procedura partirà effettivamente.

La lotta di potere tra il presidente e il suo vice ha sollevato preoccupazioni circa l’instabilità del governo di Nairobi, in un momento in cui il Kenya è alle prese con una profonda crisi economica e finanziaria: inizialmente, Ruto ha scelto Gachagua come suo compagno di corsa alle elezioni del 2022, quando ha sconfitto l’ex primo ministro Raila Odinga. Gachagua proviene dalla regione del Monte Kenya, un importante bacino elettorale per Ruto, dove ha contribuito a raccogliere consensi per l’attuale presidente. Tuttavia, la crisi ha rotto qualcosa tra Ruto e Gachagua: con l’ingresso nel governo di membri del partito di Odinga, dopo le proteste guidate dai giovani che hanno costretto Ruto a cancellare la legge finanziaria e cacciare l’intero esecutivo, le dinamiche politiche sono cambiate e il vicepresidente sembra sempre più isolato.

Negli ultimi giorni Gachagua, tuttavia, ha adottato un tono provocatorio, affermando di godere del sostegno degli elettori della sua regione natale, il Kenya centrale: “Duecento legislatori non possono sovvertire la volontà del popolo” ha detto ieri ai giornalisti, garantendo che non si arrenderà senza combattere e lanciando un’ultima mano tesa a Ruto: “Il presidente può chiedere ai parlamentari di fermarsi”, ha detto. “Se va avanti la procedura, allora lui ci sta”. In passato Ruto ha giurato di non voler sottoporre Gachagua a “persecuzioni politiche”, simili a quelle che ha subito lui stesso quando era vice del suo predecessore, Uhuru Kenyatta. Tuttavia, la frattura tra Ruto e Gachagua è diventata evidente negli ultimi mesi e appare anche insanabile.

La crisi, per Gachagua, non è solo politica: la Direzione delle indagini criminali (Dci) della polizia ha recentemente raccomandato ai magistrati di incriminare due parlamentari, un membro dello staff e altri stretti alleati del vicepresidente, accusati di “aver pianificato, mobilitato e finanziato proteste violente” avvenute a giugno. Gachagua ha difeso l’imputato, denunciando le accuse come un “atto di aggressione” e un “piano malvagio” per “sporcare” il suo nome e gettare le basi per il suo impeachment, ma le polemiche sono partite e sembra impossibile fermarle. E questo potrebbe essere un nuovo, grande, problema di ordine pubblico: il probabile sostituto di Gachagua, il segretario degli Interni Kithure Kindiki, un professore di diritto di cui il presidente Ruto si fida e che proviene anch’egli dalla regione del Monte Kenya, non sembra avere il carisma e il consenso dell’attuale vicepresidente e molti dei giovani in prima linea nelle proteste di quest’estate respingono l’idea che dietro la mobilitazione ci siano gli alleati di Gachagua e interpretano il tentativo dei legislatori di estrometterlo dalla vicepresidenza come un tentativo di distogliere l’attenzione dalla cattiva amministrazione del governo: “Se va via Gachagua, va via anche Ruto” è il claim di questi giorni.

Al Senato, un parlamentare dell’opposizione ha presentato una mozione di censura contro il presidente, che non ha lo stesso peso dell’impeachment e non ha conseguenze legali ma che è comunque l’ennesimo atto pubblico contro Ruto, che questa settimana ha in agenda un incontro con i parlamentari del suo partito, con i quali valuterà i rischi politici di un’azione contro Gachagua.

Per ora, il destino del vicepresidente è nelle mani dei legislatori, ma c’è un uomo che potrebbe ancora concedergli una nuova possibilità di vita politica: il presidente William Ruto. 

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