di Andrea Spinelli Barrile
Il Ruanda ha iniziato la sperimentazione del vaccino contro il virus di Marburg, per cui sarà data priorità agli operatori sanitari attualmente in prima linea nell’ambito degli sforzi per prevenire la diffusione della malattia nel Paese, dove è in corso una piccola epidemia.
Ad annunciare la sperimentazione, che ha una portata storica, è stato il ministro della Salute ruandese Sabin Nsanzimana, che in una conferenza stampa organizzata a Kigali ha detto di media locali che il primo ciclo di vaccinazioni sperimentali sarà rivolto agli operatori sanitari, ai soccorritori e alle persone che sono entrate in contatto con casi confermati di Marburg: “Abbiamo ricevuto 700 dosi del vaccino e speriamo che presto ne arriveranno altre per continuare i nostri sforzi nella salvaguardia della salute della nostra gente”.
Il vaccino contro Marburg, prodotto dal Sabin vaccine institute, organizzazione noprofit con sede a Washington (Usa), “ha già dimostrato di essere efficace in paesi come Uganda e Kenya” ed è stato testato solo su adulti di età pari o superiore a 18 anni e non è attualmente previsto di condurre sperimentazioni sui bambini, ha detto Nsanzimana, sottolineando che il farmaco “è sicuro e affidabile”. Per garantire una diagnosi tempestiva, il Ruanda ha ampliato la sua capacità di analisi istituendo laboratori in ogni provincia, compresa Kigali: dichiarata l’epidemia di Marburg alla fine di settembre, il 27, sabato il Ruanda ha quantificato in 46 i casi confermati, con 12 decessi e cinque guarigioni: la maggior parte dei casi riguarda operatori sanitari in due strutture a Kigali, la capitale, un numero minore è distribuito in alcuni altri distretti. Ad oggi, le autorità sanitarie ruandesi hanno condotto 1.748 test diagnostici per individuare questa malattia, altamente infettiva e che causa una grave febbre emorragica, simile a Ebola (i virus appartengono alla stessa famiglia), con un tasso di mortalità anche dell’88%. I sintomi della malattia di Marburg includono febbre alta, forti mal di testa e malessere, che si sviluppano in genere entro sette giorni dall’infezione.
Il Sabin institute ha stipulato un accordo di sperimentazione clinica con il Rwanda biomedical centre, lo sponsor della sperimentazione, per fornire dosi sperimentali per lo studio open-label di risposta rapida di fase 2. Attualmente, non ci sono vaccini o trattamenti autorizzati per la Marburg. Brian Chirombo, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Ruanda, ha sottolineato nella stessa conferenza stampa l’importanza di proteggere gli operatori sanitari, sottolineando che il virus ha inizialmente colpito il personale medico: “Se i dottori si ammalano, non ci sarà nessuno a curare le persone. Dobbiamo proteggere i nostri operatori in prima linea per garantire che possano continuare a salvare vite”.
“Siamo stati in grado di spedire le dosi del vaccino Marburg entro sette giorni dalla richiesta di assistenza da parte del governo del Ruanda” ha detto l’amministratrice delegata di Sabin, Amy Finan: “Lavorando insieme ai nostri partner, ci siamo mossi con la velocità della luce per preparare le spedizioni, finalizzare i protocolli e ottenere le necessarie approvazioni normative e legali”. Il partner di produzione di Sabin è ReiThera, con sede in Italia e che sviluppò un vaccino anti-Covid, che ha prodotto il principio attivo e riempito e finito le dosi per la spedizione in Ruanda: “La nostra partnership con Sabin evidenzia il nostro impegno condiviso nello sviluppo di un vaccino salvavita contro la malattia di Marburg con un obiettivo comune: salvare vite e garantire che anche le comunità più vulnerabili in tutto il mondo abbiano accesso a una protezione vitale ed equa” ha detto in un comunicato stampa di Sabin l’amministratore delegato di ReiThera, Stefano Colloca.
Sabin ha ottenuto fino ad oggi 235 milioni di dollari dalla Biomedical Advanced Research and Development Authority (Barda, del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti) per sviluppare vaccini contro le malattie da Sudan ebolavirus e virus Marburg.
L’Oms ha inviato 11 esperti per supportare la rapida risposta del Ruanda all’epidemia di Marburg. Le autorità ruandesi hanno limitato le dimensioni dei funerali delle vittime del virus nel tentativo di contenerlo e prevedono di introdurre restrizioni di viaggio, oltre ai classici controlli della temperatura, i questionari ai passeggeri e le postazioni per l’igienizzazione delle mani nei punti di partenza. Il virus Marburg viene trasmesso all’uomo dai pipistrelli della frutta e poi tramite il contatto con i fluidi corporei degli individui infetti.