I membri della Conferenza episcopale del Mozambico (Cem) hanno lanciato un appello per “la verità, il dialogo pacifico e la fine della violenza politica” che ha seguito le elezioni generali del 9 ottobre. In una dichiarazione rilasciata ieri, i membri della Cem hanno condannato il clima di disordini, frodi e omicidi che ha caratterizzato il periodo post-elettorale, riaffermando l’impegno della Chiesa a promuovere pace e giustizia nel Paese dell’Africa meridionale.
“All’indomani delle elezioni, la violenza è stata nuovamente utilizzata come mezzo per mettere a tacere, se non la verità, almeno la democrazia”, hanno affermato i vescovi cattolici. Hanno inoltre condannato “l’omicidio barbaro di due figure politiche”, sottolineando come questi atti richiamino “altri omicidi di figure politiche o della società civile, anch’esse legate ai partiti di opposizione, avvenuti in seguito a precedenti elezioni”.
I leader cattolici hanno ribadito che la Chiesa cattolica, pur non schierandosi politicamente, “non rinuncia al suo impegno politico e sociale verso un percorso concreto di costruzione di una società più democratica, inclusiva, giusta e fraterna”.
I vescovi hanno anche denunciato la bassa affluenza alle urne, notando che oltre la metà della popolazione registrata si è astenuta dal voto. “Più della metà dei mozambicani registrati non si è presentata per esercitare il proprio diritto di voto”, hanno concluso i vescovi.
Podemos e il suo candidato presidenziale, Venancio Mondlane, hanno respinto i risultati provvisori che indicano una probabile vittoria di Daniel Chapo, candidato del partito al governo Frelimo.