I social network sono in fermento dalla pubblicazione di immagini video del cantante camerunese Longue Longue (nella foto) sottoposto a violenze corporee inflitte da tre uomini, in borghese. Il video risale al 2019 ma sarebbe stato mandato al cantante qualche giorno fa, e quest’ultimo l’ha fatto girare nei giorni scorsi su Internet.
La circolazione di questo video sul web ha suscitato un’ondata di indignazione. L’uomo è ripreso mani legate dietro la schiena, seduto a terra sotto una sedia. Mentre un uomo gli tiene ferme le gambe, un altro lo picchia con la lama piatta di un machete sotto i piedi.
Nel 2019, poco prima dell’arresto e delle torture, che secondo il cantante sono state inflitte nei locali della Sicurezza Militare a Douala, l’artista aveva dichiarato che il vero vincitore delle elezioni presidenziali del 2018 era l’oppositore Maurice Kamto, e che la sconfitta era stata persino pesante per il presidente Paul Biya. Aveva accusato il partito al potere di aver rubato le elezioni.
“Mi volevano uccidere, come hanno ucciso Martinez Zogo”, ha dichiarato Longué Longué, nel video che preannunciava la diffusione delle immagini delle torture, ripreso da vari attivisti, come ad esempio il popolare Generale Valsero, rapper impegnato contro il regime attuale al potere a Yaoundé. Longue Longue ha annunciato che sporgerà denuncia sia in Francia e in Camerun. Sentendosi in pericolo, chiede anche protezione.
Il ministro delegato alla Presidenza incaricato della Difesa ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sul caso. In un comunicato stampa ricevuto da Actu Cameroun, il capitano Cyrille Serge Atonfack Guemo, capo delle comunicazioni del ministero della Difesa, ha assicurato che il ministro Joseph Beti Assomo ha immediatamente ordinato l’apertura di un’indagine da parte dei suoi servizi specializzati. “Tutta la luce sarà fatta su questa deplorevole vicenda. Le responsabilità saranno stabilite e le conseguenze tratteranno in base ai risultati dell’indagine, in conformità con le leggi e i regolamenti in vigore”, si legge.
Numerosi personaggi politici, opinion leader e artisti sono intervenuti per denunciare questo atto di tortura inflitto, nel 2019, ad un cittadino per le sue opinioni.