Libia tra crisi, epidemie e locuste: a rischio il settore agroalimentare

di claudia
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Agricoltori e allevatori libici sono preoccupati, in questi giorni, per due problemi ambientali, locuste e afta epizootica, che affliggono le loro attività, marginali in termini di Pil nazionale, se comparate a quelle petrolifere, ma cruciali per la sicurezza alimentare e l’occupazione.

Il presidente della Commissione nazionale per la lotta contro la locusta, Salah Embarak, ha dichiarato che la locusta africana si sta diffondendo ampiamente nelle città di Tarhuna, Tragen, (Ovest), Bani Walid (Est), Sebha e Tazrebou (Sud). Embarak, fa sapere il sito di notizie al-Watan, ha spiegato che la commissione ha ricevuto la prima segnalazione dalla città di Sebha, dove è stata costituita una sala operativa e alcune squadre hanno iniziato a lavorare alla disinfestazione. Embarak ha indicato che più di due milioni di palme sono già state danneggiate a Tazrebou, un’importante città produttrice di datteri, e che il team sta lavorando per trattare l’area nonostante le limitate risorse disponibili. A Bani Walid, la superficie danneggiata è di circa 200 ettari. Embarak ha inoltre confermato che le risorse disponibili sono estremamente limitate, con solo sei macchinari per la nebulizzazione di pesticidi, nonostante le richieste di supporto rivolte ai governi.

Per quanto riguarda il settore zootecnico, l’agenzia Afp ha raccontato in un reportage l’epidemia di afta epizootica, malattia altamente contagiosa che colpisce gli animali ungulati e ha inflitto un duro colpo a molti allevatori di bovini. A Misurata, sulla sponda mediterranea a 200 km da Tripoli, importante centro lattiero-caseario, la produzione è scesa da 70.000 a 20.000 litri di latte al giorno, secondo Salem al-Badri, capo della Commissione degli allevatori di bovini della città. Nella città costiera, alcuni allevatori hanno segnalato di aver perso circa il 70% del loro bestiame a causa della malattia, secondo la commissione di al-Badri che, visitando una fattoria, ha affermato: “Stiamo andando incontro a una catastrofe. Il ritardo nei vaccini ci è costato caro. La maggior parte delle mucche a Misurata è ora infetta e non abbiamo altra scelta che abbatterle per fermare l’epidemia”. La malattia implica un aggravamento delle difficoltà finanziarie dei consumatori, poiché ha fatto aumentare i prezzi della carne e dei prodotti lattiero-caseari in un contesto economico già molto fragile.

Martedì scorso, il Programma alimentare mondiale ha avvertito che la crisi della Banca centrale di Libia (Cbl), insieme alla temporanea chiusura completa dei giacimenti e delle strutture petrolifere, ha causato un forte aumento dei prezzi di mercato in tutte le città della regione occidentale durante il mese di settembre, in particolare a Tripoli. Anche le forti piogge che hanno colpito il sud di Tripoli, provocando la chiusura delle principali strade che portano alla regione meridionale, hanno contribuito all’aumento dei prezzi, che sono cresciuti del 21,7 per cento rispetto a gennaio di quest’anno, e di circa il 3,3%, per quanto riguarda il paniere di spesa essenziale, solo tra agosto e settembre scorsi. 

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