Mozambico: l’opposizione chiede un governo di unità nazionale, Renamo si dimette

di claudia
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I membri dei partiti di opposizione si sono incontrati lunedì a Matola per redigere una dichiarazione congiunta che chiede la formazione di un governo di unità nazionale. L’idea è di unire l’opposizione in un unico fronte per opporsi ai risultati delle elezioni i loro leader considerano “le più fraudolente dal 1999”. Renamo ha accettato di far parte del gruppo e Venancio Mondlane, candidato di Podemos, ha sostenuto l’idea. La proposta di un governo di larghe intese è stata avanzata per la prima volta dai vescovi cattolici, nella loro ultima lettera pastorale.

Ossufo Momade, leader della Renamo, storico partito di opposizione in Mozambico, ha offerto le sue dimissioni nel corso di una riunione della Commissione politica nazionale della formazione a Maputo. Nel suo primo intervento alla riunione della Commissione politica nazionale, Ossufo Momade ha annunciato le sue dimissioni dopo gli scarsi risultati ottenuti nelle elezioni del 9 ottobre. “In questo momento, il problema di questa organizzazione sono io”, ha detto all’assemblea. La maggior parte dei membri della Commissione nazionale si è detta d’accordo con l’offerta di dimissioni di Momade, ma una minoranza di sei o sette membri non le ha accettate, tra cui Celeste Macote, ex leader della Lega femminile Renamo, e Victor Mudivila Viandro.

Alla fine dell’incontro, la Commissione politica ha consigliato che se ne riparlasse solo dopo la fine della disputa elettorale (che vede contrapposti Venancio Mondlane e Daniel Chapo) per prendere una decisione più razionale. Inoltre, se Momade lasciasse immediatamente il suo incarico, la Renamo verrebbe guidata temporaneamente da José Manteigas, che presiede il Consiglio nazionale, e che è fortemente osteggiato all’interno del partito.

Il Consiglio ha affermato che Ossufo Momade dovrebbe convocare una riunione del Consiglio nazionale Renamo per annunciare la decisione e stabilire i passaggi da seguire fino a quando non si terrà un Congresso. Il Consiglio nazionale si riunirà l’anno prossimo, non appena sarà finita l’attuale crisi elettorale. 

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