Human Rights Watch (Hrw) ha pubblicato un rapporto di 89 pagine dal titolo “Khartoum non è sicura per le donne: violenza sessuale contro donne e ragazze nella capitale del Sudan”, che documenta violenze sessuali estese, stupri e matrimoni forzati e infantili in Sudan dallo scoppio della guerra il 15 aprile 2023. Il rapporto rivela la gravità della situazione per le donne e le ragazze nella capitale e nelle zone limitrofe, dove i membri delle Forze di supporto rapido (Rsf) sono accusati di trattenere e sfruttare le donne in condizioni che Hrw considera assimilabili alla “schiavitù sessuale”.
Nel contesto di un conflitto sempre più feroce tra le Rsf e le Forze armate sudanesi (Saf), la situazione nel Paese continua a peggiorare. Mentre la copertura mediatica internazionale resta limitata, emergono testimonianze drammatiche dalle zone più colpite, come quella di un’attivista sudanese che denuncia la crisi nello Stato di al-Jazirah. La donna, attraverso un video, ha segnalato suicidi di massa tra le donne della regione, esasperate dal timore di subire violenze sessuali.
L’attivista, con l’hijab nei colori della bandiera sudanese, ha dichiarato che oltre 100 donne nel villaggio di al-Seraiha si sono suicidate per evitare stupri e abusi da parte delle Rsf. In altri messaggi sui social media, attivisti locali hanno denunciato una cifra superiore, sostenendo che oltre 130 donne si sarebbero tolte la vita in diverse località dello Stato di al-Jazirah. La stessa attivista ha riportato anche una strage di massa in un villaggio dell’area, dove sarebbero state uccise più di 500 persone. Gli uomini del villaggio, secondo il racconto, sarebbero stati radunati e giustiziati uno a uno dalle Rsf, lasciando i corpi delle vittime disseminati nelle strade.