Quale futuro tra Usa e Africa?

di claudia
africa america

Di Marco Trovato

La comunità afroamericana – storicamente un blocco elettorale del Partito Democratico – sarà fondamentale per l’esito delle elezioni presidenziali tra Donald Trump e Kamala Harris. Decisivo sarà il fattore dell’affluenza degli elettori neri… che determinerà anche il futuro delle relazioni tra Washington e il continente africano.

Il 27 febbraio 2020, una scena simbolica si è svolta nella Cabinet Room della Casa Bianca, dove alcuni leader della comunità afroamericana durante una preghiera hanno imposto le mani sul capo di Donald Trump, invocando sull’allora presidente degli Stati Uniti il dono dello Spirito Santo per la sua importante missione. Questo episodio riflette la complessità del rapporto tra Trump e la comunità nera, storicamente un solido bacino di voti per il Partito Democratico, che avrà un ruolo cruciale nelle elezioni presidenziali del 5 novembre.

Quattro anni fa, la partecipazione degli afroamericani fu determinante per la vittoria di Joe Biden, soprattutto in stati chiave come Georgia e Michigan, dove l’affluenza nei quartieri a maggioranza nera contribuì a ribaltare i risultati a favore del candidato democratico. Nel 2016, al contrario, la partecipazione afroamericana registrò un calo rispetto al 2008 e al 2012, un fattore che favorì la vittoria di Trump contro Hillary Clinton. Ora, la sfida è tra Trump e Kamala Harris, vicepresidente in carica, figlia di immigrati (madre indiana e padre giamaicano) e simbolo di un’America multietnica e multiculturale. Harris è vista da molti afroamericani come un punto di riferimento e la sua candidatura ha mobilitato una parte significativa della comunità, pronta a giocare un ruolo decisivo come in passato. Uno degli elementi centrali nelle elezioni del 2024 sarà l’affluenza elettorale, storicamente cruciale per l’esito delle elezioni presidenziali. La comunità afroamericana ha affrontato numerosi ostacoli al voto, tra cui leggi restrittive, discriminazioni economiche e difficoltà logistiche. Tuttavia, il risentimento verso le politiche di Trump potrebbe incentivare una maggiore partecipazione nel 2024. Le elezioni si prospettano incerte, e ogni voto sarà decisivo.

Cittadini afroamericani impongono le mani su Donald Trump, allora presidente degli Stati Uniti, durante una preghiera conclusiva di un
incontro nella Cabinet Room della Casa Bianca, il 27 febbraio 2020
credito Chip Somodevilla / Getty Images via AFP

Rapporti USA-Africa

Il risultato elettorale non influirà solo sugli Stati Uniti, ma avrà anche ripercussioni sui rapporti tra Washington e continente africano. Attualmente, il commercio tra Stati Uniti e Africa vale circa 65 miliardi di dollari, concentrato nei settori dell’energia, dei minerali e della tecnologia. L’African Growth and Opportunity Act (AGOA) è lo strumento economico principale che facilita l’accesso dei prodotti africani al mercato statunitense. Biden si è impegnato a estendere l’AGOA oltre il 2025, puntando su settori come le energie rinnovabili e le infrastrutture digitali per diversificare i rapporti economici con il continente. Tuttavia, la sicurezza rimane un tema caldo. Nonostante il recente ritiro dei militari americani dal Niger dopo il colpo di stato, gli Stati Uniti mantengono circa 6.000 soldati in Africa, principalmente nella base strategica di Camp Lemonnier a Gibuti, fondamentale per il controllo del traffico marittimo nel Mar Rosso e per le operazioni antiterrorismo. Biden ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti nella sicurezza africana, adottando però un approccio meno militarista rispetto al passato. La strategia attuale mira a costruire capacità locali e promuovere la stabilità politica come chiave per una sicurezza duratura, affrontando nel contempo l’influenza di Cina e Russia, che hanno guadagnato terreno nel continente.

Trump vs. Harris

Le visioni di Trump e Harris nei confronti dell’Africa riflettono due approcci diametralmente opposti. Durante la sua presidenza, Trump ha spesso provocato polemiche con dichiarazioni controverse sull’Africa, come quella in cui descrisse alcuni paesi africani come “shithole countries” (“buchi di m.”). Il continente non è mai stato una priorità nella sua agenda, e Trump è stato l’unico presidente recente a non visitare l’Africa durante il suo mandato, trincerandosi in politiche di isolazionismo economico e riduzione degli aiuti internazionali. Al contrario, Kamala Harris ha mostrato un interesse molto più profondo verso l’Africa. Da vicepresidente, ha lavorato per rafforzare i legami economici e politici con il continente, vedendo in esso un partner strategico per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e la sicurezza. Durante la sua visita ufficiale in Africa nel 2023, Harris ha ribadito l’importanza di una collaborazione economica e tecnologica per costruire un futuro di crescita reciproca. La retorica inclusiva di Harris potrebbe attrarre elettori afroamericani, in particolare coloro che vedono nell’Africa non solo un luogo di opportunità economiche, ma anche di connessioni culturali e identitarie.

Trump, dal canto suo, cercherà di conquistare alcuni settori della comunità nera, facendo leva su iniziative come la riforma carceraria attuata durante il suo mandato e i risultati economici pre-pandemia, che hanno visto un aumento dell’occupazione afroamericana. Tuttavia, le sue dichiarazioni controverse sull’Africa e le questioni razziali potrebbero limitare la sua capacità di guadagnare consensi significativi tra gli elettori neri. L’esito delle urne non è mai stato così imprevedibile, ma una cosa è certa: la comunità afroamericana giocherà ancora una volta un ruolo fondamentale nella definizione del futuro politico degli Stati Uniti e nella ridefinizione delle relazioni con l’Africa.


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