di Céline Camoin
Baltasar Ebang Engonga, ex-direttore dell’Agenzia nazionale di investigazione finanziaria della Guinea Equatoriale, è stato arrestato nei giorni scorsi per uno scandalo di sextape che coinvolge video intimi girati in sedi pubbliche. Il caso ha scatenato indignazione in tutto il Paese, portando il regime di Teodoro Obiang Nguema a tentare senza successo di bloccare i social. L’episodio evidenzia la corruzione diffusa e il degrado morale della classe dirigente, minacciando la stabilità di un regime autoritario al potere da 45 anni.
È stato arrestato e dimesso dalla carica di direttore dell’Agenzia nazionale di investigazione finanziaria (Anif) della Guinea Equatoriale Baltasar Ebang Engonga, protagonista dello scandalo sextape che sta facendo il giro del mondo. È stato sostituito da Zenon Obiang Obiang Avomo, che ha già lavorato presso i ministeri delle Finanze e delle Miniere.
Baltasar, ormai personaggio ben noto sui social, era indagato per sospetti di corruzione e nei suoi dispositivi sono stati trovati centinaia di video in cui si riprende in atteggiamenti intimi con altrettante donne, molte delle quali sposate con note personalità, tra cui ministri. Non solo, molti di questi filmini sono girati in ufficio, ovvero in sede di pubblica amministrazione. Chi abbia fatto circolare tutte queste sextape in modo virale al pubblico, non è ancora chiaro. Le autorità hanno preso la vicenda sul serio, consapevoli che dà un’immagine negativa della società del Paese e della sua amministrazione, già nota per la corruzione rampante. Il capo dello Stato, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, non ha mai ceduto la poltrona presidenziale da 45 anni. Numerose indagini internazionali coinvolgono la famiglia presidenziale per appropriazione indebita.
La vicenda ha suscitato molti commenti e reazioni. Tra questi, l’articolo “Il caso Bello: il crollo etico del regime di Obiang di Bob Enga Micha sul quotidiano online Diario Rombe.
“Il degrado sociale che soffoca la Guinea Equatoriale – afferma – è stato orchestrato sotto il regime militare corrotto del dittatore Teodoro Obiang Nguema Mbasogo. Questo sistema ha oltrepassato tutte le linee morali ed etiche, schiacciando la società in una decadenza irreversibile (…) Si è instaurato uno stato di corruzione sistematica e assoluta che ha avvelenato il tessuto sociale di una nazione intrappolata in un ciclo di decadenza. Valori immorali e una totale mancanza di principi hanno creato un sistema in cui i senz’anima e i delinquenti prosperano senza controllo, convertendo il crimine e il tradimento nei pilastri dello Stato.
Questo ambiente di immoralità e abusi “si riflette nei recenti scandali, come quello compiuto da Baltazar Ebang Engonga Edjo, alias «Bello». Figlio di Baltazar Engonga Edjo, presidente della Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale, e nipote di Obiang, Bello personifica la moralità corrotta dell’élite politica guineoecuatoriana. Il suo coinvolgimento nei video a sfondo sessuale, condivisi e ripudiati in tutto il continente, mette in luce la mancanza di etica e la depravazione della classe dirigente. Questo scandalo ha innescato una crisi senza precedenti all’interno della cerchia del dittatore, scatenando tensioni che minacciano di indebolire ulteriormente i suoi ambienti di potere”.
Secondo l’autore dell’articolo, per contenere lo scandalo, il regime ha tentato di bloccare l’accesso ai servizi di messaggistica come Whatsapp in tutto il Paese, cercando di impedire la diffusione di nuovi video compromessi di Bello e dei suoi alleati, ma smascherando ancora di più il suo carattere oppressivo e corrotto. Di fronte alla pressione popolare e alla crescente indignazione di una cittadinanza non ancora chiamata in causa, il governo è stato costretto a revocare la restrizione, mostrando il timore di un’imminente rivolta sociale.
“I video di Bello rappresentano solo un frammento degli eccessi e degli abusi commessi dalla famiglia Obiang e dalla sua cerchia di potere. Questo scandalo è solo la dimostrazione di una rete di pratiche corrotte e criminali che hanno distrutto la struttura morale e sociale della Guinea Equatoriale. Da anni il regime promuove pratiche atroci come i matrimoni con minorenni, una consuetudine che coinvolge gli alleati più stretti di Obiang e che ha causato danni irreparabili alla società. Queste azioni, sostenute dall’impunità e dall’abuso di potere, hanno segnato generazioni e riflettono il disprezzo assoluto del regime per la dignità del suo popolo. La corruzione, il tradimento e il crollo dell’impero familiare di Obiang sono ora un riflesso del suo stesso lavoro. La sua cerchia imita le sue pratiche corrotte e le amplifica, denunciando il fallimento di un regime basato sullo sfruttamento e sugli abusi. Questo sistema è traballante e Obiang e il suo entourage sfuggiranno al crollo di una dinastia marcia, fondata sull’immoralità, sulla corruzione e sull’abuso senza limiti”.
Bob Enga Micha parla di “trionfo del mediocre” che ha cacciato via l’eccellenza, costringendo i capaci a emigrare o a soccombere davanti a un’inarrestabile marea grigia di incompetenza”.