Centrafrica: un giornalista denuncia la propaganda russa, l’indagine di Forbidden stories

di claudia

Si basa sulla testimonianza di un giornalista centrafricano pentito l’indagine “The propaganda machine” sui metodi della rete d’influenza russa in Africa della rete Forbidden stories. Le rivelazioni del giornalista, oggi in esilio lontano dalla Repubblica Centrafricana, saranno pubblicate a puntate fino al 24 novembre. I partner di questa iniziativa sono Le Monde, Paper Trail Media, Der Spiegel, Der Standard, Rfi, Radio France, IStories, Dossier Center, The Continent, Actualite.cd

Ephrem Yalike, 29 anni, ha scelto per la prima volta di uscire dall’ombra e di rivelare ciò di cui è stato attore e testimone, dopo aver rischiato la vita. Racconta a Forbidden Stories di aver preso parte alle attività di propaganda svolte da Mosca nella Repubblica Centrafricana, tra il 2019 e il 2022.

Ephrem Yalike inizia l’attività giornalistica nel 2015, mentre il Paese sta uscendo faticosamente da una sanguinosa guerra civile e le forze francesi dell’Operazione Sangaris si preparano a lasciare gradualmente il territorio. “La gente che si credeva abbandonata vide arrivare i russi” ricorda, “la popolazione era lì con le bandiere russe e centrafricane per una standing ovation”. Il 28 gennaio 2018, Ephrem Yalike copre la prima consegna di armi fornite dalla Russia per il quotidiano centrafricano Le Citoyen. “Come centrafricano, quando ho visto i carri armati e le armi mi sono detto che era una buona cosa, che presto ci sarebbe stata la pace nel Paese”. Si rivolge in seguito a Le Potentiel Centrafricain, testata online che sostiene il regime del presidente Faustin-Archange Touadera e per la quale si occupa di questioni di difesa e sicurezza. Viene notato da un certo Micha, un giovane russo che gli dà appuntamento e gli propone lavoro: trasmettere comunicati stampa a favore dell’esercito e dei suoi nuovi partner russi. “Non avevo dubbi, mi è piaciuto”, racconta Ephrem Yalike. La proposta esalta il suo sentimento patriottico abbinato ad un compenso allettante. Per ogni articolo pubblicato, Micha gli offre 30.000 franchi CFA, ovvero 45 euro. In soli tre articoli guadagnerà più del suo stipendio mensile.

In pochi mesi la collaborazione accelera. Ephrem Yalike non si accontenta più semplicemente di camuffare i comunicati stampa russi con falsi articoli di stampa, ma diventa uno degli ingranaggi delle loro operazioni. Ogni mattina comincia facendo una rassegna stampa di “tutto quello che si dice sui russi, sul potere, il lato positivo e quello negativo”. Dovrà poi “scrivere un articolo di smentita per dire che tutto quello che dicono gli oppositori o le voci critiche è falso”, e farlo circolare nei giornali locali. Ephrem Yalike deve inoltre garantire la promozione degli “istruttori russi”, cioè dei mercenari del gruppo Wagner, nel Paese.

Il 30 agosto 2021, a 100 km dalla capitale, gli abitanti della località di Mbaiki bandiscono cartelli “Stop Minusca”, dal nome della missione delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana. “Queste manifestazioni – rivela il giornalista – non sono mai scaturite dalla volontà del popolo. Sono sempre state orchestrate. Non appena un veicolo Minusca arrivava, veniva chiesto ai giovani di scendere in strada per manifestare. In cambio, si ricevevano tre euro a testa”.

Le immagini di queste proteste vengono poi pubblicate online. In particolare attraverso avatar e pagine Facebook gestite dall’Ufficio Informazione e Comunicazione (Bic), rete responsabile della creazione di falsi account Facebook per celebrare il regime di Touadera e attaccare gli oppositori. Secondo due giornalisti centrafricani, questa “fabbrica di troll” è legata alla Presidenza ed era guidata all’epoca da Heritier Doneng, divenuto poi Ministro della Gioventù e dello Sport. Gli obiettivi principali di queste operazioni sono istituzioni e Paesi occidentali, a cominciare dalla Francia, dagli Stati Uniti e dalle forze di pace delle Nazioni Unite.

Altro compito assegnato a Ephrem Yalike: orientare il dibattito pubblico sulle onde radio fornendo esperti pronti a sostenere eventuali misure adottate dal regime in carica e dai suoi alleati russi. Ad esempio sostenendo un decreto presidenziale che pone fine alle funzioni del presidente della Corte costituzionale nell’ottobre 2022. “Quando i russi sono dietro certi decreti, cercano di amplificare la comunicazione [della loro entrata in vigore]”, spiega il giovane giornalista prima di aggiungere che, sebbene questo decreto sia contrario alla Costituzione, “cercano con tutti i mezzi di far sapere che la popolazione è a favore”.

In un Paese in cui appena il 10% degli abitanti ha accesso a Internet e quasi due terzi sono analfabeti, la radio gioca un ruolo fondamentale. Gli uomini di Mosca lo hanno capito subito, come dimostra la creazione della radio Lengo Songo nel 2018, poche settimane dopo il loro arrivo. Il controllo russo di questa stazione radio è un segreto di Pulcinella per la popolazione centrafricana. I rappresentanti di Lengo Songo non hanno risposto alle domande degli autori dell’indagine.

Ephrem Yalike si trasforma in portavoce. I suoi articoli sono letteralmente dettati dai suoi committenti, che controllano poi il lavoro svolto.  Al culmine della collaborazione, guadagnava 500.000 franchi CFA (766 euro) al mese che raccoglieva in contanti e di persona a Camp de Roux, situato a due passi dalla Presidenza della Repubblica. È il quartier generale dei russi nel paese. “Ci sono diversi servizi all’interno, c’è un servizio che è diretto da Micha, c’è un altro servizio accanto che si occupa della sociologia politica del Paese”. “Ma anche un carcere di massima sicurezza dove languiscono molti oppositori politici”, sostiene l’indagine.

Le visite a Camp de Roux costituiscono le rare occasioni in cui i due uomini si incontrano fisicamente. I loro scambi sono per lo più limitati ai messaggi su Telegram, un sistema di messaggistica ampiamente utilizzato dai russofoni. Niente email né contratti di lavoro: tutto si fa dalla mano alla mano, in un clima di paura.

I giornalisti locali con cui il team di Forbidden Stories ha parlato durante questa indagine ricordano tutti l’assassinio nel luglio 2018 di tre giornalisti russi venuti per indagare sul gruppo Wagner. Questo triplice omicidio non è mai stato risolto. Ma nel Paese il messaggio è arrivato. Osare documentare criticamente le attività russe comporta grandi rischi. Lavorare al loro fianco può essere altrettanto pericoloso. Questo è ciò che Ephrem scoprirà nel marzo 2022.

L’episodio inizia alla fine di febbraio, quando Micha gli ordina di salire insieme a lui su un piccolo aereo, diretto a Bouar. In questa località dell’ovest del Paese sarebbero stati commessi abusi da parte di gruppi ribelli contro la popolazione locale. Ephrem dovrebbe riferirlo in un articolo. La versione ufficiale parla di un furto di bestiame degenerato in uno scontro armato tra ribelli e pastori fulani. Due giovani fulani sono rimasti gravemente feriti e giacciono nei loro letti d’ospedale. Efrem scatta delle foto di loro e delle loro ferite: tagli profondi sui corpi e bende intorno ai crani.

“Ho potuto vedere nei volti dei due ragazzi che erano sul letto, che non erano per niente a loro agio, come se fossero costretti a fare qualcosa (…) il linguaggio del corpo…”. “Personalmente ho perso completamente la fiducia nel lavoro che stavo svolgendo”, ricorda Ephrem Yalike. Tornato a Bangui, viene colto dai dubbi e decide di affrontare Micha. “Ha ammesso che i russi avevano attaccato questi fulani per errore e che avevano mascherato la verità dicendo che li avevano salvati”. Ephrem Yalike scrive comunque un articolo per Le Potentiel centrafricain. Il suo racconto riprende la tesi ufficiale ed elogia la benevolenza dei membri di Wagner che si presero cura dei due feriti.

Ma un mese dopo, scoppia lo scandalo su Les Dernieres Nouvelles, un giornale in concorrenza con quello che impiega Ephrem. A pagina intera viene raccontato l’incidente di Bouar. La versione dei fatti è radicalmente diversa da quella raccontata da Efrem. “Mecenari russi che si spacciano per salvatori feriscono gravemente due Fulani a 5 chilometri da Bouar” titola il giornale. “Due Fulani che volevano reagire per salvare il proprio bestiame e proteggere le proprie famiglie si sono visti picchiati e feriti gravemente da questi criminali russi che sono riusciti a impossessarsi di un bue che hanno ucciso e portato via” scrive l’autore dell’articolo. A Camp de Roux tra i russi regna il panico. Micha e i suoi colleghi sono furiosi. Cominciano con l’acquistare quasi tutte le copie cartacee del giornale disponibili a Bangui.

Ephrem viene sospettato di aver svelato la verità al giornale concorrente. Micha lo sorprende davanti a casa sua, assieme al suo interprete, armi in pugno, lo sequestra, lo carica in un 4×4 e lo porta in mezzo a una foresta a 26 km da Bangui. Isolato e fuori dalla vista, il giornalista viene sottoposto a interrogatorio. “Quel giorno, Micha ha minacciato direttamente di uccidermi se non gli avessi detto la verità.” Per corroborare le dichiarazioni del giornalista, l’interprete gli sequestra il telefono e chiama ogni contatto per verificare. I due russi non avendo trovato nulla di compromettente se ne vanno, lasciando Efrem solo sul ciglio della strada.

Le ricerche di Forbidden Stories identificano Micha come Mikhail Mikhailovitch Prudnikov, già esponente della gioventù filo Putin diventato esperto di soft power e guerra d’informazione. In Centrafrica, è diventato uno degli ingranaggi del “progetto Lakhta”, lanciato da Evgueni Prigojine e che riunisce la “fabbrica dei troll” e i media all’origine di decine di operazioni di influenza russa in tutto il mondo. All’interno di questa impresa, l’Africa Politology gioca un ruolo centrale. Per il Tesoro americano si tratta di “un’organizzazione di propaganda legata a Wagner […] che mira a incoraggiare i Paesi occidentali a ritirare la loro presenza in Africa e che è all’origine di una serie di operazioni di influenza russa nella Repubblica Centrafricana. Una presunta vicinanza al gruppo paramilitare russo che ha portato a sanzionarlo sia in Canada che negli Stati Uniti. 

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