di Enrico Casale
La Namibia vota oggi per le presidenziali, con Netumbo Nandi-Ndaitwah che punta a diventare la prima donna presidente. Leader del partito Swapo, promette lavoro e diritti per le donne, ma affronta anche un calo di consensi.
La vicepresidente, Netumbo Nandi-Ndaitwah, potrebbe entrare nella storia diventando la prima presidente donna della Namibia, qualora vincesse le elezioni presidenziali che si tengono oggi, 27 novembre. Con circa 1,4 milioni di elettori registrati, che rappresentano quasi la metà della popolazione, la Namibia si prepara a scegliere tra 15 partiti politici in corsa per la presidenza e i seggi dell’Assemblea nazionale.
I risultati dei primi sondaggi, riportati dall’agenzia Associated Press, condotti tra la comunità namibiana all’estero, indicano un vantaggio per Nandi-Ndaitwah e il suo partito, la South West Africa People’s Organization (Swapo), che governa la Namibia dal 1990, anno della sua indipendenza dal Sudafrica.
Tuttavia, il partito ha registrato un significativo calo di consensi nelle elezioni del 2019, quando ha perso la maggioranza dei due terzi nell’Assemblea Nazionale, per la prima volta dal 1994. Il calo del consenso è stato attribuito a scandali di corruzione e riciclaggio di denaro legati all’industria ittica, che hanno coinvolto diversi esponenti del governo e uomini d’affari, alcuni dei quali sono stati arrestati e condannati.
Secondo l’analista politico Henning Melber, sentito dall’agenzia Ap, la Swapo e Nandi-Ndaitwah dovrebbero prendere sul serio i risultati negativi del 2019. Melber sottolinea che, per riconquistare il sostegno popolare, il partito deve attrarre i giovani elettori, meno interessati alla storicità della lotta di liberazione del partito e più focalizzati sui risultati tangibili della governance.
Nandi-Ndaitwah, 72 anni, ha promesso di ridurre il tasso di disoccupazione giovanile, che oggi si attesta al 20%, attraverso la creazione di oltre 500.000 posti di lavoro nei prossimi cinque anni, con investimenti pari a 85 miliardi di dollari namibiani (circa 4,7 miliardi di dollari Usa). Tuttavia, alcuni critici ritengono che tali obiettivi siano difficili da raggiungere. Al centro della campagna di Nandi-Ndaitwah ci sono anche i diritti delle donne, tra cui la parità salariale, i diritti riproduttivi e l’accesso a una sanità di qualità. Questi temi sono destinati a giocare un ruolo cruciale nelle scelte elettorali.
Se eletta, Nandi-Ndaitwah seguirebbe le orme di altre donne africane che hanno fatto la storia, come Ellen Johnson Sirleaf, prima presidente donna della Liberia, e Joyce Banda, ex presidente del Malawi. Tuttavia, come sottolinea Erika Thomas, docente di Scienze politiche all’Università della Namibia, la Nandi-Ndaitwah dovrà impegnarsi a essere indipendente, trasparente e responsabile, promuovendo politiche inclusive e aumentando la partecipazione delle donne nelle strutture politiche.
La Swapo dovrà confrontarsi con la concorrenza di altri partiti, tra cui gli Independent Patriots for Change, guidati dall’ex dentista Panduleni Itula, e il partito Affirmative Repositioning, capeggiato dal professore universitario Job Amupanda.
Le elezioni di quest’anno si inseriscono in un panorama politico in evoluzione nell’Africa meridionale, con cambiamenti significativi in Paesi come il Sudafrica, dove l’Africa National Congress ha perso la maggioranza parlamentare dopo 30 anni, e in Botswana, dove il Partito Democratico è stato sconfitto dopo 58 anni di dominio. Anche nell’arcipelago delle Mauritius, una delle democrazie più stabili del continente, l’opposizione ha vinto con un ampio margine. In Mozambico, infine, i risultati controversi delle elezioni hanno scatenato proteste violente, con un bilancio di decine di vittime.