Continua il nostro viaggio nel mondo dei tessuti tradizionali africani. Oggi vi portiamo in Uganda alla scoperta di uno dei tessuti più antichi del continente: il bark cloth, patrimonio Unesco dal 2008. Ricavato dalla corteccia dell’albero di Mutuba, una pianta diffusa in Uganda e nell’Africa meridionale, la stoffa è lavorata e tinta a mano sulle note del marrone e rosse. Tradizionalmente, si legge sul sito Unesco, gli artigiani Ngonge, guidati da un kaboggoza, il capo artigiano ereditario, fabbricavano la bark cloth per la famiglia reale dei Baganda e per il resto della comunità. La sua preparazione utilizza uno dei bagagli di conoscenze umane più antiche. Il bark cloth è il frutto di una tecnica preistorica che precede l’invenzione della tessitura.
Secondo la lavorazione tradizionale, tramandata nel tempo dal popolo Baganda, per prima cosa viene raccolta la corteccia durante la stagione umida, procedendo con la scorticatura della parte più esterna della corteccia dei singoli alberi. Questa verrà poi sottoposta al processo di battitura fatto a mano per creare un tessuto uniforme. Si tratta di un processo meticoloso e affascinante, dove ogni dettaglio è responsabile del risultato finale. La corteccia non deve asciugarsi troppo velocemente e per questo gli artigiani lavorano di solito sotto una tettoia aperta.
Questa stoffa lavorata viene indossata come una toga da entrambi i sessi, ma le donne aggiungono una fascia intorno alla vita. Comunemente ha il colore della terracotta, mentre quella destinata ai re e ai capi è tinta di bianco o di nero, per sottolinearne lo status sociale.
Nonostante la diffusione del cotone nel Diciannovesimo secolo abbia tolto attenzione a questo tessuto, il bark cloth non ha mai davvero perso la sua fama, anche grazie alla sua sostenibilità. Pochi utensili e risorse rinnovabili sono infatti alla base della sua lavorazione. La corteccia si rigenera in nove mesi e gli alberi vivono fino a 40 anni. Si tratta anche di sostenibilità sociale, non solo ambientale: la sua realizzazione infatti coinvolge in prima linea le comunità rurali, in particolar modo le donne. La stoffa viene utilizzata principalmente durante cerimonie di incoronazione e guarigione, funerali e incontri culturali, ma anche per tende, zanzariere, biancheria da letto e stoccaggio.
Per quanto sostenibile, non è un tessuto particolarmente flessibile e adatto a tutto. Più che al mercato della moda ancora oggi interessa e coinvolge maggiormente la realizzazione di progetti per design di interni. Un’azienda leader in questo processo è l’ugando-tedesca Bark cloth® che ha provveduto a migliorare e rendere più moderno il processo dal 1999, portando questo materiale ad essere più accessibile a livello globale.