Non si hanno notizie del giornalista guineano Habib Marouane Camara arrestato da alcuni gendarmi nella serata di martedì. Il suo avvocato ha denunciato l’accaduto come un “arresto arbitrario”, mentre le autorità affermano di non essere a conoscenza della vicenda. L’arresto richiama episodi simili, come le sparizioni forzate di Foniké Menguè, Mamadou Billo Bah, leader del Fronte nazionale per la difesa della Costituzione, e dell’ex segretario generale del ministero delle Miniere, Saadou Nimaga, avvenute quest’anno nella capitale Conakry.
Un comunicato del sito d’informazione Le Révélateur 224, diretto da Camara, ha riportato che il giornalista si stava recando a un appuntamento con l’uomo d’affari Kerfalla Person Camara, noto come “Kpc”, nella periferia di Lambanyi. Secondo testimoni citati dai media locali, il giornalista sarebbe stato fermato da gendarmi vicino all’abitazione di “Kpc”, che avrebbero infranto il parabrezza della sua auto, trascinandolo fuori con la forza e colpendolo con manganelli prima di portarlo in una destinazione sconosciuta.
L’avvocato del giornalista, Salifou Beavogui, ha definito l’episodio un “atto arbitrario” e ha richiesto l’immediata liberazione del suo assistito, sottolineando che nemmeno il procuratore competente nella zona è stato informato dell’arresto.
Nel frattempo, le richieste di liberazione si stanno moltiplicando. Il Sindacato dei professionisti della stampa della Guinea (Sppg) ha condannato fermamente l’accaduto e sollecitato il rilascio di Camara. Il segretario generale del sindacato, Sékou Jamal Pendessa, ha incontrato il primo ministro Bah Oury mercoledì, chiedendo chiarimenti. Secondo Pendessa, il primo ministro ha promesso di informarsi sulla situazione e di garantire il rispetto dei diritti del giornalista se si trovasse nelle mani delle autorità statali.
Tuttavia, la posizione ufficiale rimane ambigua. Il primo ministro ha ribadito su Facebook il proprio impegno per la libertà di stampa, ma senza menzionare Camara. Reporters Sans Frontières (Rsf) ha esortato le autorità a fornire spiegazioni, sottolineando che il caso ricorda altre sparizioni forzate avvenute in Guinea. Jeanne Lagarde, rappresentante di Rsf, ha definito l’arresto un “messaggio disastroso e inquietante” per i giornalisti critici nei confronti della giunta militare, ricordando che molti media audiovisivi hanno perso le licenze di trasmissione a maggio.
L’ambasciata degli Stati Uniti a Conakry ha espresso “forte preoccupazione” per l’arresto di Habib Marouane Camara, chiedendo maggiore trasparenza alle autorità di transizione.
Secondo fonti vicine a Camara, il giornalista aveva recentemente denunciato di essere oggetto di minacce crescenti. Il 28 novembre aveva scritto su Facebook di essere perseguitato da un “commando”, e il suo avvocato aveva già avvertito che il giornalista era a rischio di un imminente rapimento. Il 27 novembre, infatti, Beavogui aveva dichiarato che il suo cliente aveva ricevuto minacce di rapimento da parte di un gruppo di individui sconosciuti.
Le autorità contattate dall’Afp hanno dichiarato di non essere informate sull’arresto, mentre il portavoce del governo e il ministro dell’Informazione non hanno fornito dichiarazioni. Reporters Sans Frontières ha riferito che il ministro ha richiesto “tempo” prima di fornire ulteriori dettagli sulla vicenda.