La giornata delle elezioni municipali e comunali in Madagascar, ultimo appuntamento di un ciclo elettorale che ha visto tre tornate in un solo anno, si è conclusa ieri in un clima di serenità. L’affluenza ai seggi è stata bassa, lo spoglio tranquillo, mentre i risultati provvisori sono attesi prima di Natale.
Nella capitale Antananarivo, presso il Centro educativo generale (Ceg) di Nanisana, il processo di chiusura dei seggi e l’inizio dello spoglio hanno attirato cittadini curiosi e sostenitori dei candidati, sebbene senza l’entusiasmo che aveva caratterizzato le elezioni precedenti.
Tra il pubblico, famiglie intere si sono riunite per assistere al conteggio, trasformando l’evento in un momento di educazione civica. “Abbiamo portato nostro figlio per mostrargli come funziona il processo elettorale”, ha spiegato Landry, uno dei presenti, all’emittente francese Rfi.
Tuttavia, la fiducia nel sistema elettorale appare compromessa per molti elettori. “Dopo le presidenziali, i risultati sono stati manipolati. Questa volta siamo venuti a fotografare i risultati in ogni seggio per documentare eventuali anomalie”, ha dichiarato un elettore, riflettendo una diffusa sfiducia. Nirina, un’altra votante, ha espresso il proprio scetticismo verso la classe politica: “Ci sono troppe irregolarità durante elezioni come queste. Ho votato solo per evitare che qualcun altro firmasse al mio posto”. La scarsa partecipazione registrata sottolinea il disinteresse e il disincanto di molti cittadini.
Nonostante il basso afflusso, alcuni osservatori intravedono segnali di cambiamento. “Dai risultati preliminari che ho visto, sembra che l’opposizione sia in vantaggio. È un voto di protesta contro il governo, contro la crisi economica e la disoccupazione”, ha commentato Tsiry, un analista locale.
Le schede scrutinate vengono trasferite ai centri di elaborazione dati della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (Ceni). I risultati provvisori saranno comunicati nei prossimi giorni, con l’obiettivo di pubblicarli prima di Natale.
Queste elezioni, pur con una partecipazione limitata, rappresentano un banco di prova cruciale per il governo e per l’opposizione, in un contesto di crescenti tensioni politiche e malcontento popolare.