Il candidato presidenziale del partito Podemos, Venancio Mondlane, ha dichiarato che continuerà a guidare le proteste contro i risultati delle elezioni generali del 9 ottobre, annunciando che entrerà in carica come “presidente eletto” del Mozambico il 15 gennaio.
Mondlane ha utilizzato una diretta Facebook per comunicare con i cittadini, affermando: “Il 15 gennaio 2025 presterò giuramento come presidente eletto del Mozambico”, senza specificare le modalità con cui intende realizzare tale proposito. Il leader dell’opposizione ha annunciato una serie di misure che proseguiranno fino a quella data, tra cui la sospensione del pagamento delle tasse e la libera circolazione attraverso i pedaggi in tutto il paese. Ha inoltre sottolineato che le manifestazioni in corso non si fermeranno, ma si evolveranno in una nuova fase definita “turbo V8”, i cui dettagli saranno svelati il 16 dicembre.
Le proteste, che chiedono “la restituzione della verità elettorale”, hanno portato al blocco di strade strategiche, inclusi i collegamenti tra la capitale Maputo e altre province. Nonostante l’intensificarsi delle misure di controllo da parte della polizia, i manifestanti hanno utilizzato pietre, tronchi e pneumatici in fiamme per interrompere la circolazione, causando disagi ai cittadini. Secondo l’organizzazione non governativa Plataforma Eleitoral Decide, le proteste post-elettorali hanno già provocato almeno 110 morti dal 21 ottobre.
Mondlane ha criticato aspramente il governo in carica, definendolo “illegittimo e non eletto”, e ha dichiarato che “non ci sarà altra alternativa che proseguire” qualora i risultati elettorali non vengano annullati. “Da domani, tutti i pedaggi dovranno essere gratuiti e aperti fino al 15 gennaio. Sospenderemo il pagamento di tutte le tasse e imposte prima di quella data,” ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli su come implementare tali misure.
Le elezioni generali del 9 ottobre hanno visto una forte contestazione da parte del partito Podemos, che accusa il governo di frodi elettorali. La situazione resta tesa, con il Paese diviso tra sostenitori e oppositori di Mondlane, mentre cresce la preoccupazione per l’instabilità politica e sociale.