Il ciclone Chido ha devastato Mayotte, causando almeno 11 morti, 246 feriti e lasciando decine di migliaia di sfollati. Dopo aver colpito le Comore e il Mozambico, dove i danni sono stati più contenuti, la tempesta continua a minacciare l’Africa meridionale. I soccorsi internazionali sono in azione per fronteggiare l’emergenza.
Il ciclone Chido ha colpito con violenza il territorio francese di Mayotte, nell’Oceano Indiano, lasciando dietro di sé una scia di distruzione e un bilancio provvisorio di almeno 11 morti e 246 feriti. Tuttavia, il prefetto dell’isola, François-Xavier Bieuville, ha dichiarato che il numero delle vittime potrebbe salire “a diverse centinaia” o addirittura “migliaia” una volta completate le operazioni di soccorso.
Le raffiche di vento, che hanno superato i 225 km/h, hanno distrutto intere comunità, soprattutto le baraccopoli in cui vive la maggior parte dei 300.000 abitanti dell’isola. Decine di migliaia di persone sono rimaste senza casa, mentre l’isola è completamente isolata a causa di gravi interruzioni di elettricità, acqua e connessioni internet.
Il governo francese ha inviato 250 soccorritori e un aereo militare con rifornimenti. Il ministro degli Interni, Bruno Retailleau, ha descritto la situazione come “catastrofica”, con tutte le abitazioni di fortuna rase al suolo, mentre l’aeroporto di Pamandzi ha subito danni significativi, rendendo necessario il ricorso ad aerei militari per i soccorsi.
Il presidente Emmanuel Macron ha assicurato il pieno supporto di Parigi, mentre il primo ministro François Bayrou ha definito l’evento di “gravità eccezionale”, convocando una riunione d’emergenza per coordinare gli aiuti.
Dopo aver devastato l’isola di Mayotte nel fine settimana, il ciclone Chido ha proseguito la sua corsa nell’Oceano Indiano, colpendo l’arcipelago delle Comore e la regione di Pemba, nel nord del Mozambico. Tuttavia, i danni in questi territori si sono rivelati significativamente inferiori rispetto a quelli registrati nel 101° dipartimento francese.
Alle Comore, il ciclone ha causato principalmente danni materiali, senza provocare vittime. Secondo il colonnello Abdallah Rafik, direttore generale della sicurezza civile, il Paese è riuscito a evitare l’occhio del ciclone, che si è indebolito avvicinandosi alle coste delle isole Moheli, Anjouan e Grande Comore. Il bilancio umano riporta solo due feriti lievi ad Anjouan e 24 persone sfollate, assistite dalla sicurezza civile e dalla Mezzaluna Rossa. Sul fronte materiale, i danni includono pescherecci distrutti, un allevamento di pollame compromesso e circa 40 abitazioni precarie completamente rase al suolo. Sull’isola di Anjouan, diversi edifici scolastici hanno perso i tetti, mentre a Mohéli frane e linee elettriche abbattute hanno interrotto alcune strade. Alle Comore, il precedente ciclone di forte intensità risale al 2019, quando Kenneth causò due morti e danni ingenti.
Nel Mozambico, il ciclone Chido ha colpito la regione di Pemba ieri mattina, provocando almeno tre vittime secondo un bilancio provvisorio. Le squadre della Croce Rossa sono mobilitate per assistere la popolazione colpita. Christian Pallier, responsabile della delegazione dell’organizzazione per l’Oceano Indiano, ha dichiarato: “Siamo in contatto con la Croce Rossa locale per fornire supporto logistico dai nostri magazzini nell’area, se necessario”.
Sebbene il ciclone abbia perso parte della sua intensità dopo Mayotte, gli esperti monitorano l’andamento della tempesta, che potrebbe causare ulteriori disagi nelle regioni interne dell’Africa meridionale. La comunità internazionale segue con apprensione l’evolversi della crisi, mentre i soccorsi lavorano incessantemente per raggiungere le zone più colpite. Ulteriori piogge e inondazioni sono attese in Malawi e Zimbabwe nei prossimi giorni.